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LUGLIO 2003 OTTOBRE 2023 LA STAGIONE DI UN FALLIMENTO EPOCALE

Posted on 19 novembre 2023 by admin

36384154-albero-con-radici-isolateNAPOLI (Atanasio Pizzi Arch. Basile) – Era da poco iniziato quel luglio e passando davanti alla sala consiliare udivo esternazioni con titolo, Gjitonia a dir poco inesatte se non demenziali, e quanti le esternavano millantavano di essere la massima espressione colturale, religiosa, linguistica, amministrativa e di ricerca arbëreshë.

Tornato nella capitale di adozione , che mi alleva e mi sostiene culturalmente dal 17 gennaio del 1977, mi sono recato in diversi innalzati culturali, chiedendo conto di quelle  affermazioni della mia identità e, se da una parte ricevetti lumi irripetibili di cui vado fiero

Ci fu anche chi affermo: architetto questo è quanto abbiamo avuto in eredità dagli studiosi della storia di noi arbëreshë, e gli altri non centrano perché solo quanti hanno scritto in albanese conta,  esclusi gli altri che non sono neanche storia.

Spontanea fu la risposta: e Baffi, Scura, i Bugliari vescovi, Torelli, Gramsci, Crispi e Giura, quest’ultimo che diede vita a Leopardi? Mi fu risposto che non avevano scritto in albanese; la risata che mi venne dal cuore e dalla mente fu strepitosa e scenografica, dopo la quale sottolineai, ma voi siete istituzione antica, come potete fare queste affermazioni, se siete i preposti per la tutela della nostra storia, a servizio e per la tutela delle nuove generazioni.

E, mentre ciò accadeva decisi che una nuova metrica, o stato di fatto doveva nascere e così fu.

Tornato a casa iniziai a rileggere atti e nozioni, bibliografiche e archivistiche, già in mio possesso e, nel breve di meno di cinque anni mi ritrovai nei presidi della protezione civile, in difesa della frazione di Cavallerizzo, un paese storico della minoranza in fase demolizione.

Questa era ed è una frazione che per questioni di carattere idrogeologico, doveva essere delocalizzata, per problemi di faglia, secondo il teorema che fare un paese arbëreshë con le Gjitonia era di semplice di attuazione, infatti, bastava andare al catasto e rimettere le persone o meglio le case di proprietà un vicino all’altra.

Tutto questo, tralasciando sei secoli di storia e patimenti, senza neanche rendersi conto che le colline della mula calabrese, non sono piane desertiche algerine.

La mia china di ricercatore da allora non ha avuto tregua, neanche quando mi è stato chiesto come avessero brillato alcune figure che scrivevano e raccontavano, perché quando riferii delle correzioni, con la matita “BLU” che questi allievi senza titolo accademico e, se anche lo avevano perseguito era stato per anzianità, a lori affidato, per questo non erano proprio di limi nobili o titolati, per essere innalzati, giacche campanili senza campane.

La mia china è diventata più ripida, ma nulla mi spaventa, infatti una delle soddisfazioni che ho ricevuto con la difesa di Cavallerizzo, è stata di essere interpellato o meglio di aver lasciato un segno che ha portato le News Town a non essere più una priorità Italiana, perché la storia dei luoghi che si cela nel cuore e nella mente delle persone non va mai in ramengo.

Nonostante ciò, hanno preso il sopravvento manifestazioni gitane, che siccome organizzate da accademici, pensano che trasferirsi dai loro tuguri bui e senza prospettiva, in luoghi dove la cultura si semina ed è giardino florido si diventa sani.

I mugnai non possono pensare che annusare gli aromi della pizza margherita al forno a legna del golfo di Napoli, si possano illuminare e aprire le menti, niente di più sbagliato e nulla di più dannoso, se non si conosce la provenienza degli elementi che la rendono apparentemente genuina.

Tanti saggi si sono alternati per prendersi cura della minoranza Arbëreshë, al punto tale che ad oggi non esiste una legge che li tuteli, visto e considerato che la tanta esaltata legge del 1999, nume 489 non li contempla, infatti nell’art. 2 di questa specificamente tutela: popolazioni Albanesi, Catalane, Germaniche, Greche, Slovene e Croate e di quelle parlanti il Francese, il Franco-provenzale, il Friulano, il Ladino, l’Occitano e il Sardo.

A ben vedere questa legge non menziona gli Arbëreshë in nessun grado o valore, allo scopo, oggi sarebbe il caso di integrare la minoranza e tuteli anche quanti vivono la regione storica diffusa degli Arbëreshë.

A scopo raggiunto, magari integrando alla suddetta legge, le normative, emanate dall’articolo “Nove della Costituzione Italiana”, visto e considerata, la violenza perpetrata negli ambiti dei centri antichi, ormai presi a secchiate senza misura, non per protesta, ma incoerenza dei trascorsi storici.

Qui si possono osservare, restando a dir poco basiti, cosa si fa contro le cose storiche e nello specifico porte, finestre, intonaci profferli e tetti, come se l’ambiente e le prospettive dei centri antichi, siano luoghi dove indirizzare coloriture di modernità o apporre lapidei componimenti, in tutto, far rivoltare nelle tombe gli uomini illustri; quelli veri e, fermare la digestione di tutti gli altri .

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