Archive | settembre, 2015

LA CAPITALE PER UNA PIRAMIDE D’ARBERIA

Posted on 16 settembre 2015 by admin

LA CAPITALE PER UNA PIRAMIDE D'ARBERIA3NAPOLI (di Atanasio Pizzi) – Ritengo che le divagazioni sull’arberia, per opera dei più variopinti giullari, abbiano raggiunto l’indicibile negli appuntamenti stagionali di questo 2015, pertanto vorrei riportare qui di seguito i picchi emblema della storica disfatta: la lezione d’inverno impartita“dal geologo (pà trù)”; la deludente passeggiata istituzionale di primavera; le tarantelle estive che lasciano il tempo che trovano; il ratto autunnale delle suore Basialiane attuato nell’indifferenza delle istituzionali locali, rappresentano lo stato di fatto dell’anno ancora in corso.

Ritengo sia utile  dare coerenza alla regione storica, affinché le coscienze albanofone non siano più scosse con eventi ormai diventati un vergognoso costume.

Prima di ogni cosa serve “la regola” utile a preparare il terreno, trovare la semina, aspettare la luna per mettere a dimora i germogli delle antiche regole consuetudinarie.

In definitiva urge produrre coltura per riavviare il ciclo della sostenibilità minoritaria, questo è l’unica alternativa per rendere viva l’arbëria.

Ciò richiede la messa in atto di un rigido disciplinare strettamente sotto il controllo di un organismo che sia in grado di far crescere nuove generazioni, motivate e capaci di assicurare la continuità del messaggio tradizionale albanofono.

Se oggi tutto questo non si riesce a realizzare, il motivo è da ricercare nella maledizione che gli invasori di oriente, misero in atto spargendo le spoglie di Scanderbeg su tutto il territorio albanese.

Alla morte del condottiero il 17 gennaio del 1468, i turchi si recarono nella tomba e appropriatisi delle sue spoglie, li disseminarono per i villaggi d’Albania come vessillo della vittoria.

Gli arbëreshë pensando di fare cosa giusta, raccolsero i poveri resti; il gesto di misericordia ha innescato la maledizione.

Gli albanesi da quel momento non ebbero più un riferimento unico ma mille frammenti disseminati, perché chi li raccolse custodì gelosamente quelle irriconoscibili resta,  costumanza che è ancora viva negli ambiti d’arberia e si manifesta nel negare nasconde episodi e della storia minoritaria.

Piccole tasselli che da soli non hanno significato, mentre se messe nelle disposizioni degli studiosi renderebbero univoca la ricerca dei costumi arbëreshë, connettendoli ai territori delle macroaree.

Conservare foto, libri, costumi, attrezzi, pentole, tegole, ecc., ecc., ecc., avrebbero valore se legati a un filo logico, al fine di creare una catena solidale,  invece si preferisce custodire nel fondo di un cassetto elementi  che pur se preziosi, isolati dai contesti diventano inutili , in quanto, non sono uniti al corpo originale.

Se il corpo del Kastriota fosse stato ricomposto in un unico mausoleo, avrebbe rappresentato la forza degli arbëreshë, ma purtroppo così non è stato e ancora oggi si nascondono divisi i suoi resti

Un quadro che  conosciamo bene e verso il quale nessuno prospetta una soluzione priva di personalismi, cercando di unire le energie di quest’antichissimo popolo nel bene comune come dettato nella fratellanza del Kanun.

Oggi viviamo un punto di non ritorno e se non si da avvio a strategie di sostenibilità possibile, in meno di un decennio l’arberia sarà un ricordo confuso e magari enunciato sottoforma di favola che farà annoiare i bambini prima di addormentarsi.

Non ci serve una versione minoritaria di don Rodrigo con i suoi bravi, che per arberia vende fumi  e devasta ogni cosa per 33 denari.

Serve una capitale e una piramide umana di eccellenze che conoscano a fondo l’arberia, per guidare, orientare la punta del vertice verso comuni intenti, dissolvendo energicamente la disgregazione che viviamo da troppi secoli, frutto della maledizione turca.

La capitale storica dell’arberia esiste ed è stato depositata nel settembre del 1471 sul pianoro naturale detto “Terra” tra il torrente Galatrella e il suo maggior affluente del Duca; la sua Storia, il suo Nome, il suo Costume, il suo Idioma, gli Uomini che vi nacquero, gli Eventi, gli Accadimenti che vi hanno trovato luogo, i monumenti civili ed ecclesiali innalzati, sono riconosciuti come i più puri di tutta l’arberia.

Il luogo esiste, mancano gli uomini per realizzare la piramide delle eccellenze e purtroppo in questa latitudine, almeno da un quarto di secolo, mancano per mettere in atto un progetto di tale portata.

Questo dato forse rallenterà notevolmente il processo di sostenibilità delle cose minoritarie, salvo che non si dia avvio a una ragionevole autocritica e rivolgersi alle persone più adatte, che come faceva notare Norman Douglas: si trovano uomini intelligenti e di ampie vedute, quindi basterebbe interpellarli e l’arberia si garantirebbe la sostenibilità tanto desiderata.

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RIPRISTINO ANTICHI SENTIERI STORICI

Posted on 14 settembre 2015 by admin

SENTIERI Storic2i.docSAN DEMETRIO CORONE (di Adriano Mazziotti) -Una serie di interventi di recupero di strade e sentieri non più percorribili da anni, liberati dalla fitta vegetazione che li ricopriva e resi fruibili per le escursioni a piedi, sono stati portati a termine svelando risorse ambientali sconosciute alle nuove generazioni.

A realizzarli sono state le cinque squadre degli oltre settanta operai di Calabria Verde di San Demetrio Corone, distretto n° 3 di Acri, nell’ambito di progetti finalizzati ad accrescere il senso di  tutela del territorio e rispetto per la natura; come anche  alla fruizione delle ricchezze  naturalistiche, onde offrire al visitatore la possibilità di apprezzarle e valorizzarle in una ottica di salvaguardia ambientale.

Le aree riqualificate  dagli interventi sono state la fontana di Scesa, fontana Andrea,  un suggestivo tratto del fiume Marini, dove gli operai hanno ricavato un’area ristoro e passerella utilizzando materiale reperibile sul posto, il percorso che conduce alla fontana Vicciuzza e quello di  una vecchia fonte in  contrada rurale  Vallo.

Ma il lavoro degli operai di Calabria Verde non si  ferma qui. Il vicesindaco Francesco Liguori ci informa che in questi giorni gli operai sono impegnati nella pulizia degli argini e nella rimozione di tronchi ed altro materiale dagli alvei dei maggiori  torrenti e fiumare  che solcano il territorio comunale, Galatrella, Mizofato e Muzzolito, al fine di prevenire l’accumulo di materiale di ingombro nei periodi di piogge intense.

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