Archive | febbraio, 2019

DISCORSO DEL PRINCIPE GIORGIO CASTRIOTA RIVOLTO AI SUOI PARI CRISTIANI (Alessio; 2 Marzo 1444)

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Posted on 27 febbraio 2019 by admin

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LA REGIONE STORICA ARBËRESHË E LA PIETRA CHE ARDE PER LE ANIME DEL PASSATO

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Posted on 23 febbraio 2019 by admin

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IL COSTUME, LA BANDIERA DELLA REGIONE STORICA ARBËRESHË

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Posted on 21 febbraio 2019 by admin

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SOTTOSCRITTO IL MEMORANDUM D’INTESA SULLA COOPERAZIONE COMUNALE INTERNAZIONALE CON DUE CITTÀ DEL KOSOVO

SOTTOSCRITTO IL MEMORANDUM D’INTESA SULLA COOPERAZIONE COMUNALE INTERNAZIONALE CON DUE CITTÀ DEL KOSOVO

Posted on 17 febbraio 2019 by admin

CivitaCIVITA (CS) Alessandro Tocci 

 

 

 

 

Comune di Civita

Provincia di Cosenza

Comunicato Stampa

 

Sottoscritto il Memorandum d’Intesa sulla cooperazione comunale internazionale con due città del Kosovo.

Il sindaco  Tocci: “Con questo accordo apriamo a nuovi scenari di cooperazione e di scambi con  Paesi a noi vicini.

Cosa che facciamo da anni con l’Albania. 

 

Civita – Sottoscritto il Memorandum d’Intesa sulla cooperazione comunale internazionale tra i comuni di Civita e Frascineto con i comuni di Fushe Kossovo e Lipjan in Kosovo. Questa mattina, in occasione dell’anniversario d’indipendenza del Kosovo, con una cerimonia istituzionale ufficiale tenutasi presso la sede del Ministero dell’Amministrazione del governo locale del  Kosoro, il sindaco di Civita, Alessandro Tocci,  accompagnato dal capogruppo di maggioranza, Andrea Ponzo, e dal consigliere comunale delegato allo Sport, Vincenzo Oliveto, e i   sindaco del comune di Frascineto, Angelo Catapano , di Fushe Kosovo, Burim Berisha, di Lipjan in Kosovo, Imri Ahmeti, e del  segretario generale del Ministero, Rozafa Ukimeraj, hanno sottoscritto il Memorandum d’intesa sulla cooperazione comunale internazionale. L’obiettivo del Memorandum, che si applicherà sulla base della reciprocità e beneficio reciproco, è quello dello “sviluppo e della promozione della cooperazione per la realizzazione di attività culturali e ricreative comuni, per lo scambio delle esperienze delle istituzioni scolastiche e delle associazioni culturali e artistiche, per lo scambio  delle esperienze nel campo dell’arte, della cultura e delle altre attività educativi – accademici e per lo scambio delle esperienze nel campo dello sviluppo locale”. Per il primo cittadino di Civita, Alessandro Tocci, “l’obiettivo della sottoscrizione di questo accordo di cooperazione è quello di far convergere i punti di forza delle esperienze maturate nel campo dello sviluppo locale e, soprattutto, nel campo delle attività culturali e ricreative stabilendo rapporti di cooperazione e scambi culturali al fine di inaugurare una nuova era di cooperazione internazionale che punti sulla valorizzazione reciproca delle realtà aderenti.   Questo accordo sulla cooperazione comunale internazionale – ha sottolineato il sindaco Tocci – è lo strumento per intraprendere nuovi rapporti di cooperazione e di scambi commerciali e culturali con nuove realtà  e far conoscere  il nostro territorio e, soprattutto, le nostre potenzialità e la nostra identità. Cosa che Civita fa già qualche anno con l’Albania. La sottoscrizione di questo Memorandum d’Intesa offre, quindi,  nuove possibilità per la valorizzazione del territorio e delle tradizioni enogastronomiche civitesi che già riscuotono apprezzamenti non solo nel Bel Paese, ma in gran parte del  Mondo”.

 

 

Civita, 17 febbraio 2019

 

Ufficio Comunicazione.

                                                                                                                           Comune di Civita

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DA PATUNDË A KATUNDË

Protetto: DA PATUNDË A KATUNDË

Posted on 16 febbraio 2019 by admin

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PARABOLA RELIGIOSA E LA SUA CENTENARIA DERIVA

PARABOLA RELIGIOSA E LA SUA CENTENARIA DERIVA

Posted on 14 febbraio 2019 by admin

PARABOLA RELIGIOSA E LA SUA CENTENARIA DERIVANAPOLI (Di Atanasio  Basile Pizzi) – Quando il buon pastore latino fu nominato frettolosamente greco, nel 1876, molti immaginavano potesse porre rimedio alla pericolosa deriva innescata sui territori Sanseverinensi e limitrofi.

I recinti dove si credeva, pascolassero pecore per addomesticare antiche terre, erano invece diventati teatro di prevaricazione latina o zona franca per intenti di una fratellanza impossibile.

Il saggio pastore doveva dare seguito al progetto antico che ostinatamente, mirava ad assoggettare l’oriente all’occidente, auspicando di coinvolgere i pastori ortodossi nella struttura piramidale latina.

Gli esuli pastori con i loro greggi, hanno tenuto testa ai turchi per non essere piegati in terra natia e poi quando la sopportazione aveva superato i limiti preferirono insediarsi in ambiti paralleli per allevare identiche radici; tuttavia e nonostante tutto dopo sei secoli, sono stati raggiunti da alias e messaggi subliminali turchi, in ultimo da alcuni decenni, non è stata una buona cosa veder scorrere al nostro fianco l’identica sopraffazione che li costrinse alle pene dell’esilio.

In Puglia, Campania, Basilicata e Calabria le vicende relative, all’identità divina e terrena, sono state sottoposte a simili vicende; prima lasciati ai loro riti; in seguito sottomessi a quelli latini ritenuti meno blasfemi, (vedi la storia dei paesi del Vulture, del Tarantini, del Beneventano/Avellinese e Cosentino sanmarchese, solo per citarne alcune; ma comunque mai lasciati liberi di esprimere i loro valori originari.

Tuttavia chi riesce a uscire indenne allo sterminio dei gregge è l’alta Calabria ionica, che per atti stipulati anticamente non si è potuto rimaneggiare al volere latino.

Ma come si sule dire, l’occasione non va combattuta ma utilizzata per i piropi fini, ed ecco che dal settecento un’annosa piaga fu utilizzata intelligentemente secondo i riti di una crociata mai dismessa; la chiamarono una porta aperta rivolta all’oriente ostinato.

La porta doveva servire ad allargare le basi della piramide per avvicinarsi  di più al cielo,omettendo di precisare che al vertice  avrebbe preso posto il sacro romano.

Chiaramente realizzare un’istituzione religiosa cosi distante da Roma era un rischio che doveva essere opportunamente arginato; ragion per cui, ad allevare e formare i nuovi pastori era l’istituzione corsina, ma la nomina era di pertinenza “terza” fuori le mura di quel complesso.

Il pastore verificatore doveva confermare la genuinità di matrice romana, vestita di ornamenti orientale; false vesti, pericolose bolle di un caseario romano.

Una parabola formativa che fu interrotta quando l’istituto, preso d’assalto dalle frange civili, venne indirizzato per formare e istruire il popolo citeriore secondo la visione  dell’unita italiana, per cui per oltre cinque decenni, invece di pastori di dubbia capacità per le stesse istituzioni che li formavano, si formarono brillanti menti, che resero quella regione modello di intelligenza..

Terminata la parabola politico culturale, riprese l’infinita crociata di avvicinamento dei pastori romani con quelli greci.

Per dare ancora più linfa al progetto fu incaricata un saggia del luogo, egli conosceva tutti i risvolti e le pieghe che avevano subito quelle mura di indirizzamento; il pastore latino/greco, dopo aver stilato due rapporti dettagliati, il primo per lo stato laico ed il secondo per quello clericale, forni gli elementi indispensabili, che studiati attentamente per oltre tre decenni, consentirono di realizzare la scissione in tre segmenti, dello storico monumento di formazione.

Il tempo intanto scorreva imperterrito, senza nessun miglioramento di indirizzamento pastorale degli ambiti sottoposti alla guida dei nuovi pastori, solo dopo cinque decenni, un papa accompagnato in pellegrinaggio da un saggio Ullanese diede un nuovo impulso alla parabola pastorale nel 1963.

E nel mentre nei territori citeriori, si produceva un vortice crescente che disorientava vecchie e nuove generazioni, l’Ullanese per la sua capacità di lettura  portava avanti un lavoro raffinato di tessitura che oggi viene considerato come l’unico  e solo manufatto in lana orientali ed occidentali portato a buon fine.

La stessa tela che qui nella Calabria Sanseverinense, non essendo stata compresa, è disfatta giorno per giorno; a questo punto è spontaneo chiedersi: è valsa la pena fare parte di quel gregge di esausti esuli, se i loro preziosi filamenti si vendono per poco più di trentatré danari e senza rispetto di chi detiene la la formula della materia prima.

pochi minuti prima che iniziasse 2019-02-14

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LA TUTELA DISARMATA DELLA CULTURA ARBËRESHË

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Posted on 10 febbraio 2019 by admin

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