Archive | giugno, 2015

I GRECI IN CAMPANIA

Posted on 30 giugno 2015 by admin

GreciNapoli (di eledA elisaB) – Venerdì scorso ha avuto luogo nella suggestiva sala del Capitolo del Complesso di San Domenico Maggiore, il Convegno internazionale per celebrare i 500 anni dall’insediamento dei Greci in Campania.

L’evento organizzato dalla presidenza della comunità ellenica di Napoli è stato Moderato dal prof. Jannis Korinthios e ha avuto come ospiti d’onore: Temistocle Demiris, ambasciatore della Grecia e Paul Kyprianou, Kafantaris, sindaco di Pylos, il paese dal cui porto 500 anni fa salparono i profughi verso l’Italia.

Hanno preso parte iall’incontro importanti relatori ed esperti d’ambito della coltura partenopea, tra cui segnaliamo:

Filippo D’Oria Università di Napoli “Federico II”, Emilia Ambra Vice direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, Imma Ascione direttrice Archivio di Stato di Napoli, Antonio Stopani Università di Torino, Roberto Romano Università di Napoli “Federico II”, Panagiotis loannou Università di Creta, Gianfranco Zarrillo maestro restauratore, Elsa Evangelista Direttrice del Conservatorio di San Pietro a Majella; Jolanda Capriglione Seconda Università di Napoli, Roberto Modiano Comunità Ebraica di Napoli, Sotiris Papadimitriou; Atanasio Pizzi ricercatore, Isabella Insolvibile storico; Giulio Maria Chiodi Università degli studi dell’lnsubria, Marco Galdi Università di Salerno, Gennaro Oliviero Università di Napoli, Mario Colella notaio, Giorgio Patoulis Presidente Unione Centrale dei Comuni della Grecia.

Presente anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha portato i saluti del popolo partenopeo oltre l’impegno della municipalità a ripristinare l’antico toponimo di epoca aragonese nel rione Carità; la strada denominata Vico de’ Greci, che corre lungo il fianco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo è stata dal 1518 luogo di preghiera delle popolazioni greco bizantine e greco ortodosse.

Va posto l’accento sull’intervento dell’architetto Atanasio Pizzi in cui è stato rilevato quali siano state le peculiarità che hanno determinato la crescita e poi la riedificazione, negli anni quaranta del secolo scorso, del rione Carità; riferendo anche delle caratteristiche sociali di chiara impronta greca che ha segnato lo sviluppo della città partenopea riferendo nel lessico abitudinario riferimenti al vicolo, in oltre l’architetto ha ricordato che anche nel Rione Loreto esisteva una strada titolata “Vico de’ Greci alla Marinella”, area dismessa con l’ampliamento dell’asse di scorrimento della marina.

Oggi, il progetto “Napoli Est”, che vuole riqualificare l’area, interessa anche quel tracciato identificativo della minoranza; ha riferito l’architetto, negli ambiti del progetto si potrebbe prevedere di evidenziare almeno planimetricamente il percorso, dato  che l’area quasi certamente sarà adibita a verde pubblico.

L’evento e proseguito nel Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella e ha avuto il suo culmine con un concerto dal titolo “la Musica, un ponte di civiltà sullo Ionio”, che ha suggellerà il gemellaggio tra l’Accademia Musicale Napoletana e il Conservatorio Musicale di Corfù.

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Protetto: ANTIQUARI, STORICI O “ASSOCIAZIONE ARTISTICA DEI CULTORI DI ARCHITETTURA MINORE”?

Posted on 17 giugno 2015 by admin

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LA SCIENZA ECONOMICA Oro colato? No! Oro di Bologna: rosso per la vergogna

Posted on 13 giugno 2015 by admin

Ku fariROMA (di Paolo Borgia) – E’ nella natura delle cose che la scienza, in continuo divenire, sia costretta a rinnegare se stessa per rinnovarsi.

Così la medicina è diventata ‘le Medicine specialistiche’, la fisica ha scoperto che le sue singole leggi, messe insieme, non funzionano piùin modo deterministico e l’economia fondata su principi astratti è fallita ed è superata da altri comportamenti concernenti l’uomo reale.

Ci dicono che “il primo principio della scienza economica è che ogni agente è interessato solo al proprio tornaconto” (F.Edgeworth, 1881),dove “l’unica assunzione essenziale per una scienza descrittiva del comportamento umano è l’egoismo” (D.Mueller,1986).

Tale semplicistica visione della scienza economica si impose perché chi non condivideva l’idea di un ‘homo oeconomicus’ senza conflitti di coscienza, forse non aveva sufficienti mezzi economici per contestarla e che certo non apparteneva ad una élite di dominanti potenze coloniali.

Penso alla troppo sottovalutata ‘Scuola napoletana’ il cui pensiero supera l’implacabile ruggine del tempo. L’atto umano concreto – economico o extra economico –, ci dice certa cultura umanistica,  procede  a beneficio di se stessi o degli altri ma anche per suscitare la benevola considerazione degli altri: però forse queste sono solo fantasie di pensatori, che vivrebbero fuori della realtà. In modo assai più empirico le varie scuole americane per venditori, che si sono succedute negli ultimi centocinquanta anni, si sono basate sulla visione cristiana dei ‘sette vizi capitali’.

Queste azioni ‘non sono male in sé’ ma lo diventano quando l’agente è dominato da loro. In realtà tali azioni sono frutto consapevole della sua libera volontà: sono le ‘sette motivazioni all’azione’. Queste motivazioni, che sostengono l’esistenza dell’uomo, sono impiegate nelle tecniche di vendita per indurre all’acquisto il potenziale cliente.

Quel che è certo che questa tecnica funziona, anche se in essa manca o è implicito l’unificante ottavo vizio capitale di spiritualità orientale: la ‘tristezza’ che si contrappone alla virtuosa gioia esistenziale.

Per certo si tratta di operatori liberi dalle varie dipendenze, positive o negative non fa la differenza: gioco, scommessa – sfida, droga, moda-così-fan-tutti,‘euforia irrazionale’, emulazione, ‘bolle speculative’, prodigalità, associazioni, donazioni, fondazioni non pelose, volontariato.

Un altro elemento di astrattezza della scienza economica non secondario e da non sottovalutare, fu la visione di un mercato ‘celestiale’ perfettamente concorrenziale in cui opera l’anonimato, la completezza delle informazioni e sono assenti le dinamiche interpersonali; queste condizioninon ci sono nel mercato reale, solo negli ultimi tempi attraverso il mercato telematico si ottiene una maggiore oggettività commerciale ma spesso le scelte operatesono la conseguenza di consigli di qualche nostro buon amico.

Ancora più disarmante è la aleatoria compravendita di un progetto, come può essere la fornitura di aeroplani nel momento in cui sono attuate solo le intenzioni, in un mondo in rapida evoluzione di teatro politico e di tecnologie.

L’economia, poi, non è solo la compravendita, c’è per es. l’impiego in comune delle risorse del “bene comune”, c’è la consistenza delle relazioni sociali, la possibilità di avere con maggiore assiduità incontri con i familiari e gli amici, la cortesia, quel di più che genera benefici mutui indiretti, come il microcredito attuato da Muhammad Yunus, dove l’unica garanzia al creditore è data dal ‘collettivo dei beneficiari’– il credito non è dato al singolo ma ad un gruppo di persone.

I molti ruoli che espletiamo nel nostro vivere quotidiano si intrecciano con il “nostro ostinato e insopprimibile bisogno di dialogo, compagnia, confidenza, considerazione, verifica, rassicurazione, riconoscimento, ascolto, stima, ecc.” per le quali non ci sono supermercati, sono cose che non si comprano e che vanificano la presunzione scientifica economica.

Purtroppo da questi assiomi visti e da altri – veri pregiudizi – ne è derivato in buona parte il costituirsi del mondo successivo, quello che è giunto a noi e che ha imprigionato l’uomo entro una ‘ricca’ prigione di infelicità e che rende difficoltosa l’apertura alle relazioni sociali e alla “mutua fecondazione” della vera comunicazione interpersonale.

La nostra vocazione di comunione ostacolata…. rende più difficile la nostra personale realizzazione esistenziale.

C’è molto da fare per migliorare, ripristinare la qualità della vita (la Felicità Interna Lorda) nella famiglia, nel vicinato, nell’ambiente di lavoro – inquinato in verticale ed in orizzontale, nei rapporti gerarchici e tra i colleghi –, in strada… in chiesa ma il primo passo da fare per il cambiamento sta nel convincerci della importanza non solo teorica ma pratica della dimensione relazionale.

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Protetto: UN TUFFO NEL PASSATO “Shpëtomi Kalivet”

Posted on 08 giugno 2015 by admin

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XXII RASSEGNA CULTURALE FOLCLORISTICA PER LA VALORIZZAZIONE DELLE MINORANZE ETNICHE – CARAFFA 30 MAGGIO 2015

Posted on 02 giugno 2015 by admin

XXII RASSEGNACARAFFA DI CATANZARO (di Francesco Stirparo) – La cultura delle Etnie e la rivalutazione delle Minoranze etniche Albanesi, Occitano valdesi e Grecaniche trova da 22 anni il suo luogo ideale a Caraffa dove la Rassegna culturale Folcloristica per la tutela delle minoranze etniche è nata e rinverdisce anno per anno.

Ideata e coordinata dalla vulcanica Prof.ssa Cettina Mazzei la manifestazione itinerante è ritornata, dopo 6 anni, nella sua sede di origine, a Caraffa, paese da dove  l’Associazione Progetto Caraffa assieme al Comune ed all’Istituto Comprensivo di Borgia Sezione Staccata di Caraffa  predispongono l’iniziativa che parte da ottobre con la tematica che le scuole devono affrontare.

Sabato 30 maggio si è celebrata la giornata conclusiva con l’accoglienza dei 15 comunità rappresentate dai Sindaci e dai gruppi scuola seguiti dai rispettivi insegnanti ed un folto numero di accompagnatori. Dopo il rinfresco curato dall’Associazione Progetto Caraffa e dalla Pro Loco si è dato avvio, nella splendida cornice dell’Anfiteatro del Parco comunale, alla conferenza, dal titolo “La storia siamo noi ” presieduta dalla Prof.ssa Cettina Mazzei  alla presenza degli Enti responsabili della gestione dell’Evento, l’Istituto scolastico nella veste della Dirigente Prof.ssa Rosa Procopio, il Comune rappresentato dal Sindaco Dott. Antonio Sciumbata e l’Associazione Progetto Caraffa presieduta dal Dott. Francesco Stirparo.

Ospite d’onore quest’anno è stato Bejitullah Destani, Ministro Consigliere dell’ambasciata del Kossovo in Italia, per la prima volta a Caraffa.

Hanno avviato i lavoriil Prefetto di Catanzaro Luisa Antonietta Latella, l’On. Enza Bruno Bossio e il presidente della Provincia Enzo Bruno, apprezzando l’iniziativa che fortifica il senso di appartenenza etnico in una nazione che nei flussi degli stranieri deve ricordare il nostro passato di migranti.

Interessanti itemi del convegno condotti dall’on Mario Brunetti dal Prof. Anton Berisha e dal Prof. Franco Altimari; quest’ultimo ha sottolineato la debole proposta politica di una minoranza, quella albanese, che rappresenta il 10% della popolazione nella Regione e che ha il diritto essere tutelata quale minoranza linguistica riconosciute dalla Costituzione.

Il Prof. Mandalà ha sottolineato come la Rassegna, riuscendo a coinvolgere le giovani generazioni a socializzare le diverse esperienze culturali, attivi la coscienza dell’appartenenza e rappresenti l’occasione di studio attraverso diverse forme espressive come la lingua alloglotta in primis, ma anche la pittura, i balli, i canti,i suoni.

Questa manifestazione, secondo il Professore dell’Università di Palermo, sopperisce alle carenze della legge 482 che non garantisce l’insegnamento curriculare nelle scuole di minoranze per cui è necessario chele istituzioni preposte prendano maggiore coscienza e si impegnino maggiormente per la difesa delle minoranze

“La storia siamo noi” ha concluso la Prof. Mazzei “o meglio di chi è cosciente di poterla costruire”

Particolarmente affascinante è stata la sfilata, lunga circa 300 metri, che si è snodata per le vie del paese colorandole di suggestivi suoni, vestiti multicolori e caratteristiche danze etniche, raggiungendo infine la Piazza Skanderbeg

Sul palco dopo gli inni italiano, albanese e della Rassegna, è iniziata la Kermesse guidata con grande professionalità dai due presentatori, Pino Cacozza, istrionico cantautore arbëreshë, e da Francesca Biondo, romana, eclettica creatrice di eventi.

Sul palco si sono alternati i gruppi folcloristici di Acquaformosa, Civita, Falconara Albanese, Frascineto, Gizzeria, Guardia Piemontese, Lungro, San Basile, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro, San Benedetto Ullano della Provincia di Cosenza, Maschito della Provincia di Potenza, Caraffa di Catanzaro Vena Di Maida, Andali della Provincia di Catanzaro, quest’ultimo assieme a S. Basile per la prima volta alla Rassegna.

La sfida al ritmo di balli cori e canti della tradizione sul tema della storia di ogni paese ha visto alla fine vincere, secondo il giudizio dei Sindaci che facevano parte della Giuria, il gruppo di Maschito con una gioiosa interpretazione, seconda si è classificata Caraffa particolarmente apprezzata per la danza delle bandiere, e terza è giunta Falconara Albanese, con una interpretazione molto professionale della fondazione del paese intrecciata con una storia d’amore.

Sul palco sono state anche premiate le migliori ricerche ed i migliori elaborati grafici che hanno visto vincente la migliore qualità dei prodotti di Falconara Albanese, mentre Caraffa, fuori concorso ha prodotto un pannello di 2 metri x 2 che sarà esposto all’ingresso del paese.

Vista la grande ospitalità favorita anche dagli insegnati e genitori, che hanno assistito partecipanti ed ospiti per tutta la Manifestazione durata fino a mezzanotte, e grazie anche alla collaborazione delle associazioni locali che hanno affiancato Progetto Caraffa, il Comune e l’Istituto scolastico, si può affermare che la vera vittoria l’ha conseguita Caraffa.

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Protetto: “L’ISOLA FATTA DI TANTE COSE BUONE “

Posted on 02 giugno 2015 by admin

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