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RIFINITURA DEI PALINSESTI STORICI CULTURALI NELLA REGIONE STORICA ARBËR/N

Posted on 12 luglio 2023 by admin

   Catturaii

 

“MEDITERRANEO – BACINO D’ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE “

“La Regione Storico degli Arbër”

(radici di Ieri, certezze di Oggi, per la sostenibilità dei Domani)

Per un più completo palinsesto storico culturale dell’estate in corso, in attività che promuovono e rilevano la storia, le cose, il genio, i costumi, le chiese, le case l’ambiente naturale dei Katundë Arbër/n, onde evitare divulgazioni, prime, seconde, terze, ecc., ecc., ecc., si propone secondo studi e analisi comprovate, i temi seguenti univocamente, solidamente definiti e comprovati all’ausilio multi dipartimentali di antica radice:

 

  1. Paese “Borgo”, o in Arbër/n, è Katundë;
  2. Rione e Quartiere, o in Arbër/n, Sheshi;
  3. Centro Antico dei Katundë, ovvero Ka Rrin Rellëth;
  4. Piazzetta in Arbër/n, Sheshë;
  5. Vicinato, in Arbër/n, non è Gjitonia;
  6. Battaglie vinte a Pasqua, ballando la vittoria; in Vallja;
  7. Il valore storico dei sette giorni di agosto in Terra di Sofia
  8. Municipio, Bashkia in Albanese, in Arbër/n, Kushëtë;
  9. Il costume da sposa, in Arbër/n, il Raso dei due filamenti di Casa e di Chiesa;
  10. Prospettive violate e porte vituperate in Arbër/n, thë ngruitura pà trù;
  11. Sheshi Passionatit, memoria di cuori violati Arbër/n;
  12. Tutela dell’idioma principi e progetti sostenibili;
  13. Urbanistica e percorsi evolutivi dell’abitare secondo regole le regole Kanuniane;
  14. Chiese Bizantine, Cistercensi e del sorgere de tardo medio evo;
  15. Il collegio Corsini e le tappe degli ecclesiasti Arbër/n;
  16. La primavera degli Arber/n e la sua battaglia evolutiva;
  17. Gli uomini Primi, Secondi e ultimi dell’illuminismo Arbër/n;
  18. In Arbër/n, Gjitonia in Italiano luogo dei cinque sensi;
  19. Se un Katundë non ha: Kishën, Bregunë, Sheshin e Ka Rrin Rellëth, è Borgo con murazioni fossati e moschee;
  20. Ori addobbi e titolati alla vestizione e all’esposizione quale sposa e regina della casa;
  21. I Nascituri, Infante, Fanciulli, Donne, Spose e Madri;
  22. Giuochi, Innamoramenti, Fidanzamenti, Matrimoni e Famiglia: i tempi della Vestizione;

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LE PROMESSE PER LA CULTURA DURANTE LA CHIUSURA E ADESSO L'APERTURA?

Protetto: LE PROMESSE PER LA CULTURA DURANTE LA CHIUSURA E ADESSO L’APERTURA?

Posted on 28 agosto 2021 by admin

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L’ARTICOLO 3 - 6 - 9  DELLA COSTITUZIONE NON SONO PER IL PARLARE SOLTANTO

Protetto: L’ARTICOLO 3 – 6 – 9 DELLA COSTITUZIONE NON SONO PER IL PARLARE SOLTANTO

Posted on 29 luglio 2021 by admin

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PARLATE, PARLANTI, COMMEDIE E COMMEDIANTI: IL POCO RISPETTO PER SE STESSI

Protetto: PARLATE, PARLANTI, COMMEDIE E COMMEDIANTI: IL POCO RISPETTO PER SE STESSI

Posted on 13 giugno 2020 by admin

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Mostra "l'oro arbëreschë a Napoli

Protetto: Mostra “l’oro arbëreschë a Napoli

Posted on 28 febbraio 2020 by admin

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Dita Jote

Dita Jote

Posted on 24 aprile 2017 by admin

NAPOLI (di Atanasio Pizzi) – Atanasio detto il Grande (in greco: θανάσιος, in latino: Athanasius; Alessandria d’Egitto, 295 circa – 2 maggio 373) fu patriarca di Alessandria d’Egitto. Il suo nome è legato alla Scuola teologica di Alessandria, assieme a Clemente e Origene; le chiese ortodossa, copta, e cattolica lo venerano come santo, quest’ultima lo annovera tra i 33 dottori della Chiesa.

È ricordato inoltre nel calendario dei santi anglicano e luterano, la sua festa è celebrata concordemente da tutte le Chiese il 2 maggio.

Santa Sofia d’Epiro anche quest’anno è in fermento per realizzare la festa che rappresenta l’apice di coesione e di credenza di tutta la comunità.

Il ricordo va a tutti quei personaggi che nell’approssimarsi del 2 di Maggio,a Santa Sofia si prodigavano per realizzare la festa più suggestiva e piena di novità, essi sono tanti ma basta il rievocare gli eventi e il ricordo va ad ognuno di loro.

Si sfornavano ceste di taralli per ben accogliere le visite di rito ed offrirli lungo la processione ai fedeli e ai devoti.

Si ordinavano rendendo più idonee le strade, si adornavano le finestre e i balconi con essenze floreali.

Ogni anno si caratterizzava l’evento con una novità pianificata dalla brillante Commissione e messa in atto dalla popolazione in modo univoco ed esemplare.

L’operosità e l’inventiva paesana realizzarono i rudimentali supporti elettrotecnici, che illuminarono tutto il paese la sera dell’evento religioso, attraverso il contributo di ogni famiglia, che dalle proprie case forniva i segmenti energetici atti a produrre la nuova veste illuminotecnica novità esemplare per quei tempi.

Un altro anno si dipinsero, a calce pigmentata a pastello, le quinte delle case dove sarebbe transitata la processione, comprese quelle della piazza, producendo così una nuova prospettiva incantevole ed emozionante.

Altri anni si preferirono addobbare la chiesa madre, con arazzi e tendaggi di colore porpora in modo da renderla calda e sontuosa, poiché la chiesa a quei tempi era priva dai preziosi dipinti della scuola cretese.

I multicolori Palloni aerostatici che da semplici e rudimentali opere, realizzate con carta velina, colla di farina, ferro filato, resti di candele e rappezzi di sacchi, oggi sono divenuti esempi che vanno per la maggiore in tutta la provincia, grazie ai progressi della N.A.S.A.(Nucleo Aerospaziale Sant Atanasio).

Ricordo la funzione religiosa (mèsha llalbit), che Padre Capparelli, la mattina del 23 aprile, primo giorno delle novene, ufficiava nella Kona di Sant’Atanasio.

Sentivo mia madre, Adolina Kongorelit, di buon ora, la mattina del ventitré vestirsi di tutto punto col tipico costume arbëreshë, avviarsi a piedi verso la Kona, in compagnia di un manipolo di devote tra le quali è d’obbligo ricordare: Melina Ngutjt, Anmarja Vukastòrtit, Serafina Kurthvet, Annetta Abelit, Anmaria Pasionatit, Koncetta Miluzith, Rusaria Pixhònit, Martoresa Timbunit, Vittorina e Lilina Zingaronit, capeggiate da suor Melania e le sue consorelle.

Esse si dirigevano verso la Kona ove li attendeva l’indimenticabile Padre Capparelli assieme al fedelissimo Benito Fabbricatore (i bëri Mindìut) e al canto di Djta Jote iniziavano le lodi al santo e la funzione religiosa.

Non so se oggi questa tradizione si ripete o è stata accantonata come tante altre, ma l’entusiasmo e la convinzione che queste donne avevano sono rimaste radicate nei valori e nella credenza che i Sofioti hanno nei confronti di Sant’Atanasio.

Mi auspico che quest’anno rimangano fuori dalla chiesa gli inni e le lodi da stadio che il saggio Archimandrita Giovanni Capparelli ha sempre rifiutato e richiamato la popolazione intera a non esternare all’interno del sacro perimetro, dove esortava tutti a cantare gli inni religiosi e BASTA!

Mi rivolgo alla Commissione, affinché questa FESTA conservi gli opportuni caratteri religiosi, con l’auspicio che gli insegnamenti del saggio Padre Capparelli non vadano calpestati da chi non lo ha adeguatamente conosciuto e probabilmente ignora,  un gioiello  Sofiota irripetibile.

Sicuramente anche quest’anno si snoderanno le consuete processioni verso la Kona e poi all’Ottava per le vie del paese, assieme uniti e rispettosi del nostro grande ed amato Sant’Atanasio, capace di unire tutti i sofioti il giorno del 2 di Maggio nella ideale processione dove o con la presenza fisica, o col cuore o con i ricordi ognuno partecipa a questa corale e antica credenza sofiota.

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STANDARD…….. MA COSA?

Posted on 21 ottobre 2010 by admin

Leggendo questo passo di Norman Douglas, nel volume Vecchia Calabria del 1915 riflettevo su cosa sia cambiato da allora ad oggi, se in meglio o in peggio.

“ La prima impres­sione del visitatore è di un abbandono peggiore di quello che si vede in Oriente. Non c’è soltanto disor­dine alla periferia: è un caos deliberato e sinistro Continue Reading

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