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IL CANTO TRADIZIONALE ARBËRESH E LA RICERCA DI NUOVE SONORITÀ E LINGUAGGI MUSICALI

Posted on 24 dicembre 2014 by admin

Comunicato stampaSAN BENEDETTO ULLANO – Domenica 28 dicembre c.a. e sabato 4 gennaio 2015, alle ore 16.00, si terrà un convegno di studi presso l’aula del Centro Polifunzionale del Comune di San Benedetto Ullano. L’iniziativa rientra nella cornice di eventi organizzati dal “Arbfestival and Culture” nel biennio 2014-2016. 

Tutte le aree linguistiche dell’Arbëria hanno un variegato repertorio di espressioni polivocale, che prendono denominazioni diverse in riferimento alla località geografica e alle modalità esecutive.

Il patrimonio orale delle comunità italo-albanesi che accompagnava i suoi figli, dall’infanzia alla maturità, nel gioco, nel lavoro, nei riti, nella quotidianità, nell’emigrazione, ma soprattutto nella festa quale celebrazione ed espressione della comunità, sta purtroppo andando perduto. Negli ultimi decenni nuovi mezzi di comunicazione hanno promosso nuovi contenuti e modelli culturali; altre musiche ed altre danze, magari altrettanto belli e suggestivi, hanno sostituito nella nostra memoria una tradizione secolare.

Tornare alle radici culturali di un territorio eterogeneo, ricco di potenzialità ancora inesplorate, riscoprire la ricca tradizione musicale orale e sottrarla al rischio della scomparsa.

Decidere di confrontarsi con le tematiche popolari rappresenta dunque un’esigenza precisa che ha radici profonde nella cultura popolare arbëreshe, della quale ci sentiamo figli e naturale espressione come singoli e come gruppo. Questo confronto tra studiosi ed esperti a San Benedetto Ullano avviene per discutere degli antichi temi e canti della tradizione orale-musicale degli Albanesi in Italia.

L’appuntamento, unico nel suo genere nel panorama degli eventi a livello locale, presenterà il patrimonio culturale immateriale delle comunità italo-albanesi e le relative politiche di tutela e salvaguardia, al fine di promuovere una migliore conoscenza, comprensione, catalogazione e riconoscimento della ricchezza e varietà del patrimonio culturale intangibile arbëresh.

Dopo i saluti del sindaco, Rosaria Amalia Capparelli, del Vescovo S. E. Mons. Donato Oliverio, della diocesi degli Italo-Albanesi dell’Italia continentale, e l’introduzione del direttore organizzativo dell’evento “Arbfestival and Culture”, Italo Elmo, il convegno di studi si incentra su una serie di interventi affidati a studiosi e cultori della materia. Apriranno la serie Nikola Dimitri Bellucci, filologo classico, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Innocenzo De Gaudio, etnomusicologo, Dipartimento Studi Umanistici, UNICAL, Rende, Antonio Gattabria, etnomusicologo – Iconografo, Oliver Gerlach, etnomusicologo – Von Humboldt Universität, Berlin, Alfio Moccia, esperto delle Tradizioni Popolari, Jessica Novello, ricercatrice – Direttore Artistico del Gruppo “Shpirti Arbëresh”, Rose Marie Surace, presidente del “Gruppo Antropologico Rotese”, Vincenzo Straticò, presidente del Gruppo “Moti i Parë”. Dopo le conclusioni affidate a Enrico Marchianò, presidente “Club UNESCO Cosenza” e Pierfranco Bruni, responsabile Progetto Minoranze Etnolinguistiche Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, già componente della Commissione Unesco, il convegno vedrà anche una rappresentanza di vjershëtarë delle zone etnografiche dell’Arberia che eseguiranno alcune modalità di esecuzione del canto tradizionale arbëresh. Per l’occasione interverranno il gruppo dei vjershëtarë “Shpirti Arbëresh” di Cerzeto, il gruppo dei vjershëtarë di San Benedetto Ullano, il gruppo dei vjershëtarë “Moti i Parë” di Lungro.

A coordinare i lavori, il poeta-compositore, Pino Cacozza, direttore artistico “Arbfestival and Culture”.

Hanno concesso il patrocinio al Convegno di Studi, il Comune di San Benedetto Ullano, l’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia continentale e il Club UNESCO di Cosenza. Gli eventi sono organizzati dall’associazione culturale “Folk Studio Festival”, l’associazione culturale “Arbitalia”, l’Associazione Culturale “Ullania” e il Gruppo Antropologico Rotese. Collaborano all’iniziativa numerose associazioni culturali sparse in Arbëria.

In questi ultimi tre decenni i canti e i repertori si sono rinnovati ed anche trasformati, come accade in ogni processo che sia realmente spontaneo o condizionato solo dal contesto naturale in cui persiste.

Vi sono moltissimi appassionati, che hanno intrapreso importanti attività di ricerca che si è incrociata con la realtà del canto “vissuto e partecipato”, dando nuova energia e vitalità a questo aspetto così caratterizzante della nostra cultura popolare

Gruppi e cantanti solisti, sii avvicinano alla tradizione popolare per scavarla dalle radici e trasformarla nelle ramificazioni, per parlare ai giovani con un linguaggio appropriato, accettato, condiviso e con la stessa grande voglia di sentirsi partecipi dell’atmosfera etnica suscitata.

Soprattutto a questi ultimi è dedicata ed indirizzata la seconda parte del convegno “Il canto tradizionale arbëresh e la ricerca di nuove sonorità e linguaggi musicali” che si terrà sabato 4 gennaio 2015.

Interverranno, Gennaro De Cicco, membro dell’Associazione Culturale “Festival Canzone Arbëreshe – Comitato Storico“, Graziella Di Ciancio, esperta in danze etniche, Ernesto Iannuzzi, cantante e compositore, Angela Iusi, presidente del Gruppo Folk Shqiponjat, Marco Moccia, musicista e cantante solista, Lello Pagliaro, compositore della C.M.A, Peppa Marriti Band, gruppo rock arbëresh, Marco Sabato, musicista e cantante solista, Spasulati Band, gruppo musicale, Ivia Tavolaro, dir. Artistico “Gruppo Folk Ullania“.

Introduce i lavori il poeta/compositore Pino Cacozza.

Alla fine degli interventi, presentazione dell’ audio-video ebook “I tesori della Cooperativa Musicale Arbëreshe“.

I lavori saranno coordinati da Simona De Angelis, referent management culturale Arbfestival and Culture.

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Protetto: LA CULTURA DELL’ARCHITETTURA

Posted on 05 dicembre 2014 by admin

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CHE COSA È LA CULTURA?

Posted on 02 dicembre 2014 by admin

La culturaNAPOLI (di Atanasio Pizzi) –  La cultura rappresenta la punta più alta, la massima espressione prodotta della civiltà umana in campo artistico, scientifico e letterario.

Essa in campo antropologico si configura nel passaggio o trasferimento di esperienze, capacita e abilità, alle generazioni successive, senza sottovalutare la memoria collettiva che prevede il passaggio di pensieri esperienze, emozioni e linguaggio in una dimensione riconosciuta da un gruppo sociale unito; gjitonia riconducibile alla regione storica.

Purtroppo negli ambiti di Regione storica, accade un fatto singolare e a dir poco paradossale, molte persone si dedicano senza avere alcuna cognizione della storia che vide protagonisti gli uomini arbëreshë e la loro discendenza, volendo essere magnanimi la confondono con altro; un valore di cultura utilizzato con modalità restrittive, quasi esclusive, tendono a immaginare che esista una cultura di tipo più elevato, quella umanistica, che la contrappongono a una cultura minore, quella scientifica, tutto ciò è veramente ridicolo, perché la contrapposizione tra le “due culture” non è solo dolorosa e dannosa, ma è anche noiosa.

La scienza deve uscire dalla sindrome di cenerentola, in quanto, la mancanza di cultura scientifica è la vera piaga, della regione storica, bisogna lavorare affinché le scienze diventino cultura di massa così come aveva iniziato a fare Luigi Giura da Maschito nel  XIX secolo.

È opportuni riavviare quel processo, che è stato dismesso da troppo tempo, promuovere, migliorare e diffondere la scienza, garantirà la conoscenza nel mondo di tutti gli aspetti culturali non solo umanistici ma scientifici e dell’arte in senso generale per tutta la regione storica che ad oggi per questo pochi conoscono.

Immaginare la regione storica fatta di soli prelati, linguisti, giuristi, letterati e cantanti è una deficienza storica senza eguali, tutti coloro che promuovono e valorizzano questo aspetto rendono orfani tutti i minoritari; prima o poi dovranno rispondere in maniera verosimile e con senso compiuto alla domanda: perché l’unicum di eccellenze umanistiche e scientifiche  culturale è stata per così lungo tempo negata  alla Regione Storica?

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