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GINESTRA, PIATTI TIPICI E STORIE DI EMIGRANTI ARBERESHE

Posted on 03 settembre 2014 by admin

DIGITAL CAMERAGINESTRA (di Marianna G. Ferrenti) – Si è svolta a Ginestra la 17esima edizione della Sagra dei Prodotti Arbereshe, una tradizione che la Pro loco Zhurian ha intenzione di perpetrare ancora per molti anni a venire. Una piacevole serata in compagnia può diventare un’occasione di ritrovo e di recupero di amicizie di cui si era persa traccia, perché ognuno nella luogo di approdo, un ormeggio di relax e benessere che aiuta a purificarsi dalle complessità giornaliere recuperando il senso dell’origine, il sapore della propria terra natia, il profumo dei paesaggi collinari intinti nel verde dei vigneti e nei sapori di un buon vino Aglianico di Ginestra. La Sagra, organizzata dalla Pro loco Zhurian, senza sponsor, anche quest’anno ha raggiunto il suo scopo: riunire la comunità in un caloroso abbraccio, ricongiungendo i familiari emigrati che ogni anno fanno ritorno nella propria terra. Il presidente della Pro loco, Massimo Summa ha così commentato la serata: <<è una festa ormai consolidata, ogni anno preferiamo mantenere tutto uguale perché alle comunità che vengono ogni anno piace così com’è. Cambiamo solo il menù cercando di cucinare piatti che da noi qui a Ginestra si consumano quotidianamente, ma chi abita ad esempio al nord non è abituato a cucinare. La gente viene qui per assaporare gli antichi sapori>>. Oltre naturalmente a ossigenarsi nella propria terra di origine congiungendosi con amici e parenti. <<È una festa che permette agli amici di stare insieme e in compagnia, un po’ come avviene ai matrimoni, lì, però, non capita mai che 300 persone che non si conoscono stiano insieme allo stesso tavolo>>. <<Veramente stasera abbiamo realizzato più di 300 pasti ed è stato per noi un piacere>> aggiunge la vicepresidente della pro loco, Lucia Milito.  Il sindaco di Ginestra, Giuseppe Pepice, ha così commentato: <<l’iniziativa nasce quando ho avuto il mio primo mandato da sindaco e sono molto contento di dire che ormai è diventato un appuntamento costante dell’estate e auguro che continui a esserlo per molti anni. È bello vedere dialogare un’intera comunità intorno ai piatti tipici, è un momento di spensieratezza per riscoprire i profumi, i sapori e le culture del passato. Dietro ogni tavolo si racconta una piccola storia>>. È la storia di persone umili e genuine, di onesti lavoratori, di intere generazioni che per necessità di sopravvivenza sono state costrette a partire, lasciando con un po’ di nostalgia, un pezzo di loro stessi in questa terra lucana. Abbiamo girato tra i tavoli per catturare, senza volerle imprigionare, le storie di alcune famiglie perché dietro un evento allegro e spensierato si cela un vissuto carico di sospiri ed emozioni. Partiamo dalla famiglia Bellotti di Maschito o la famiglia Carrieri che abita a Borgaro Torinese e ogni anno torna in Basilicata per riscoprire le proprie origini e il cui capofamiglia dice <<sono un emigrato da oltre cinquant’anni ma sono molto legato alla vostra terra, qui ho la casa paterna. All’epoca qui non c’era niente, il Piemonte mi ha dato tutto, mi ha fatto uomo, padre e nonno, i piemontesi sono brava gente ma sono più riservati e freddi, dei lucani invece amo la loro umiltà che riconoscono gli stessi piemontesi. Il mio datore di lavoro ha trascorre le ferie a Maratea e ha detto che gente così bella non l’ha mai vista>>. Un’altra emigrata svizzera racconta di alloggiare a Ripacandida rivelando che dalle sue parti non si organizzano feste così calorose in cui si mangia, si balla, si ride. Lì si lavora e basta”. Perfino una signora che da poco ha compiuto 100 anni, perfettamente lucida, ha voluto esprimere una sua riflessione a dimostrazione che l’aria di Ginestra, in grazia di Dio, rende perfino longevi: <<Mi chiamo Nunziata Larossa – ha detto l’anziana signora seduta al tavolo – da una vita abito qui. Questa è casa mia, in piazza Risorgimento, il numero civico non lo so, domani verranno i vigili a mettere la targa. Me lo ha assicurato il sindaco in persona>>. Anche una coppia di Legnano, giunti per la prima volta a questa sagra, ha voluto esprimere, parole di encomio per la perfetta organizzazione: <<è bello stare qui, in compagnia con le persone che conosciamo ma anche con quelle che non conosciamo>>. “Mio papà è andato via negli anni ’60 si è trasferito a Legnano, nel milanese, poi nel ’63 lo abbiamo seguito io e mia madre. Avevo 10 anni”. Ginestra, come tutta la Basilicata, è stata ed è tuttora terra di emigrazione ma è anche una terra in cui è bello anche viverci tutto l’anno perché occasioni simili, in cui le famiglie si riuniscono, avvengono un po’ tutto l’anno fra coloro che restano. E un signore di Legnano Micciché Calogero ha voluto lui stesso lasciarci un pensiero sul nostro taccuino con cui giravamo a raccogliere la testimonianze dei conviviali. Purtroppo, come in una ricorsività ciclica, anche i giovani come i nonni vanno via, oggi come negli anni sessanta, per trovare migliore fortuna. La signora di Legnano dice:una cosa che dovrebbe far riflettere, tutti noi, genitori e figli lucani <<Io direi ai giovani di inseguire i propri sogni, di fare le proprie esperienze e di prendere la propria strada, di andare a lavorare fuori, perfino all’estero, perché stare alle spalle dei genitori non serve. Certo, è difficile, le aziende chiudono anche a Milano. Lavoravo in un’azienda di filatura, sono riuscita ad andare in pensione appena prima che essa investisse all’estero>>.  Per una signora di Bari che torna ogni anno, questa sagra è diventata davvero una consuetudine familiare <<a mio marito piace il paese, l’aria, il profumo. E i prodotti sono genuini>>.  Un altro signore: <<Sono venuto a trovare i suoceri. Mia moglie è di Ripacandida ma abitiamo anche noi a Legnano. Piace anche a me la genuinità della gente. Mi chiede cosa esporterei di questa terra? Il clima e l’accoglienza che è davvero unica>> E cosa vorrebbe che migliorasse? <<i servizi sanitari e di trasporto>>. Presenti anche alcune comitive venosine tra cui emerge la testimonianza di Franco Soldo: << ho rivisto una collega e amica con cui ho studiato insieme a un corso di infermieri. Non ci vedevamo da 34 anni e stasera casualmente l’ho rincontrata. Di Ginestra amo la cordialità della gente e devo segnalare la perfetta organizzazione della Pro loco. Mi piacciono molto le occasioni di incontro e di convivialità. Ogni anno a Venosa organizziamo in assoluta familiarità una rimpatriata con tutti gli ex compagni di classe della V A della ragioneria, i “vecchi” ragionieri del ’57, è un’occasione per fare una pizza e stare in allegria tutti insieme>>.

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