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LA SCIENZA ECONOMICA Oro colato? No! Oro di Bologna: rosso per la vergogna

Posted on 13 giugno 2015 by admin

Ku fariROMA (di Paolo Borgia) – E’ nella natura delle cose che la scienza, in continuo divenire, sia costretta a rinnegare se stessa per rinnovarsi.

Così la medicina è diventata ‘le Medicine specialistiche’, la fisica ha scoperto che le sue singole leggi, messe insieme, non funzionano piùin modo deterministico e l’economia fondata su principi astratti è fallita ed è superata da altri comportamenti concernenti l’uomo reale.

Ci dicono che “il primo principio della scienza economica è che ogni agente è interessato solo al proprio tornaconto” (F.Edgeworth, 1881),dove “l’unica assunzione essenziale per una scienza descrittiva del comportamento umano è l’egoismo” (D.Mueller,1986).

Tale semplicistica visione della scienza economica si impose perché chi non condivideva l’idea di un ‘homo oeconomicus’ senza conflitti di coscienza, forse non aveva sufficienti mezzi economici per contestarla e che certo non apparteneva ad una élite di dominanti potenze coloniali.

Penso alla troppo sottovalutata ‘Scuola napoletana’ il cui pensiero supera l’implacabile ruggine del tempo. L’atto umano concreto – economico o extra economico –, ci dice certa cultura umanistica,  procede  a beneficio di se stessi o degli altri ma anche per suscitare la benevola considerazione degli altri: però forse queste sono solo fantasie di pensatori, che vivrebbero fuori della realtà. In modo assai più empirico le varie scuole americane per venditori, che si sono succedute negli ultimi centocinquanta anni, si sono basate sulla visione cristiana dei ‘sette vizi capitali’.

Queste azioni ‘non sono male in sé’ ma lo diventano quando l’agente è dominato da loro. In realtà tali azioni sono frutto consapevole della sua libera volontà: sono le ‘sette motivazioni all’azione’. Queste motivazioni, che sostengono l’esistenza dell’uomo, sono impiegate nelle tecniche di vendita per indurre all’acquisto il potenziale cliente.

Quel che è certo che questa tecnica funziona, anche se in essa manca o è implicito l’unificante ottavo vizio capitale di spiritualità orientale: la ‘tristezza’ che si contrappone alla virtuosa gioia esistenziale.

Per certo si tratta di operatori liberi dalle varie dipendenze, positive o negative non fa la differenza: gioco, scommessa – sfida, droga, moda-così-fan-tutti,‘euforia irrazionale’, emulazione, ‘bolle speculative’, prodigalità, associazioni, donazioni, fondazioni non pelose, volontariato.

Un altro elemento di astrattezza della scienza economica non secondario e da non sottovalutare, fu la visione di un mercato ‘celestiale’ perfettamente concorrenziale in cui opera l’anonimato, la completezza delle informazioni e sono assenti le dinamiche interpersonali; queste condizioninon ci sono nel mercato reale, solo negli ultimi tempi attraverso il mercato telematico si ottiene una maggiore oggettività commerciale ma spesso le scelte operatesono la conseguenza di consigli di qualche nostro buon amico.

Ancora più disarmante è la aleatoria compravendita di un progetto, come può essere la fornitura di aeroplani nel momento in cui sono attuate solo le intenzioni, in un mondo in rapida evoluzione di teatro politico e di tecnologie.

L’economia, poi, non è solo la compravendita, c’è per es. l’impiego in comune delle risorse del “bene comune”, c’è la consistenza delle relazioni sociali, la possibilità di avere con maggiore assiduità incontri con i familiari e gli amici, la cortesia, quel di più che genera benefici mutui indiretti, come il microcredito attuato da Muhammad Yunus, dove l’unica garanzia al creditore è data dal ‘collettivo dei beneficiari’– il credito non è dato al singolo ma ad un gruppo di persone.

I molti ruoli che espletiamo nel nostro vivere quotidiano si intrecciano con il “nostro ostinato e insopprimibile bisogno di dialogo, compagnia, confidenza, considerazione, verifica, rassicurazione, riconoscimento, ascolto, stima, ecc.” per le quali non ci sono supermercati, sono cose che non si comprano e che vanificano la presunzione scientifica economica.

Purtroppo da questi assiomi visti e da altri – veri pregiudizi – ne è derivato in buona parte il costituirsi del mondo successivo, quello che è giunto a noi e che ha imprigionato l’uomo entro una ‘ricca’ prigione di infelicità e che rende difficoltosa l’apertura alle relazioni sociali e alla “mutua fecondazione” della vera comunicazione interpersonale.

La nostra vocazione di comunione ostacolata…. rende più difficile la nostra personale realizzazione esistenziale.

C’è molto da fare per migliorare, ripristinare la qualità della vita (la Felicità Interna Lorda) nella famiglia, nel vicinato, nell’ambiente di lavoro – inquinato in verticale ed in orizzontale, nei rapporti gerarchici e tra i colleghi –, in strada… in chiesa ma il primo passo da fare per il cambiamento sta nel convincerci della importanza non solo teorica ma pratica della dimensione relazionale.

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Protetto: UN TUFFO NEL PASSATO “Shpëtomi Kalivet”

Posted on 08 giugno 2015 by admin

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XXII RASSEGNA CULTURALE FOLCLORISTICA PER LA VALORIZZAZIONE DELLE MINORANZE ETNICHE – CARAFFA 30 MAGGIO 2015

Posted on 02 giugno 2015 by admin

XXII RASSEGNACARAFFA DI CATANZARO (di Francesco Stirparo) – La cultura delle Etnie e la rivalutazione delle Minoranze etniche Albanesi, Occitano valdesi e Grecaniche trova da 22 anni il suo luogo ideale a Caraffa dove la Rassegna culturale Folcloristica per la tutela delle minoranze etniche è nata e rinverdisce anno per anno.

Ideata e coordinata dalla vulcanica Prof.ssa Cettina Mazzei la manifestazione itinerante è ritornata, dopo 6 anni, nella sua sede di origine, a Caraffa, paese da dove  l’Associazione Progetto Caraffa assieme al Comune ed all’Istituto Comprensivo di Borgia Sezione Staccata di Caraffa  predispongono l’iniziativa che parte da ottobre con la tematica che le scuole devono affrontare.

Sabato 30 maggio si è celebrata la giornata conclusiva con l’accoglienza dei 15 comunità rappresentate dai Sindaci e dai gruppi scuola seguiti dai rispettivi insegnanti ed un folto numero di accompagnatori. Dopo il rinfresco curato dall’Associazione Progetto Caraffa e dalla Pro Loco si è dato avvio, nella splendida cornice dell’Anfiteatro del Parco comunale, alla conferenza, dal titolo “La storia siamo noi ” presieduta dalla Prof.ssa Cettina Mazzei  alla presenza degli Enti responsabili della gestione dell’Evento, l’Istituto scolastico nella veste della Dirigente Prof.ssa Rosa Procopio, il Comune rappresentato dal Sindaco Dott. Antonio Sciumbata e l’Associazione Progetto Caraffa presieduta dal Dott. Francesco Stirparo.

Ospite d’onore quest’anno è stato Bejitullah Destani, Ministro Consigliere dell’ambasciata del Kossovo in Italia, per la prima volta a Caraffa.

Hanno avviato i lavoriil Prefetto di Catanzaro Luisa Antonietta Latella, l’On. Enza Bruno Bossio e il presidente della Provincia Enzo Bruno, apprezzando l’iniziativa che fortifica il senso di appartenenza etnico in una nazione che nei flussi degli stranieri deve ricordare il nostro passato di migranti.

Interessanti itemi del convegno condotti dall’on Mario Brunetti dal Prof. Anton Berisha e dal Prof. Franco Altimari; quest’ultimo ha sottolineato la debole proposta politica di una minoranza, quella albanese, che rappresenta il 10% della popolazione nella Regione e che ha il diritto essere tutelata quale minoranza linguistica riconosciute dalla Costituzione.

Il Prof. Mandalà ha sottolineato come la Rassegna, riuscendo a coinvolgere le giovani generazioni a socializzare le diverse esperienze culturali, attivi la coscienza dell’appartenenza e rappresenti l’occasione di studio attraverso diverse forme espressive come la lingua alloglotta in primis, ma anche la pittura, i balli, i canti,i suoni.

Questa manifestazione, secondo il Professore dell’Università di Palermo, sopperisce alle carenze della legge 482 che non garantisce l’insegnamento curriculare nelle scuole di minoranze per cui è necessario chele istituzioni preposte prendano maggiore coscienza e si impegnino maggiormente per la difesa delle minoranze

“La storia siamo noi” ha concluso la Prof. Mazzei “o meglio di chi è cosciente di poterla costruire”

Particolarmente affascinante è stata la sfilata, lunga circa 300 metri, che si è snodata per le vie del paese colorandole di suggestivi suoni, vestiti multicolori e caratteristiche danze etniche, raggiungendo infine la Piazza Skanderbeg

Sul palco dopo gli inni italiano, albanese e della Rassegna, è iniziata la Kermesse guidata con grande professionalità dai due presentatori, Pino Cacozza, istrionico cantautore arbëreshë, e da Francesca Biondo, romana, eclettica creatrice di eventi.

Sul palco si sono alternati i gruppi folcloristici di Acquaformosa, Civita, Falconara Albanese, Frascineto, Gizzeria, Guardia Piemontese, Lungro, San Basile, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro, San Benedetto Ullano della Provincia di Cosenza, Maschito della Provincia di Potenza, Caraffa di Catanzaro Vena Di Maida, Andali della Provincia di Catanzaro, quest’ultimo assieme a S. Basile per la prima volta alla Rassegna.

La sfida al ritmo di balli cori e canti della tradizione sul tema della storia di ogni paese ha visto alla fine vincere, secondo il giudizio dei Sindaci che facevano parte della Giuria, il gruppo di Maschito con una gioiosa interpretazione, seconda si è classificata Caraffa particolarmente apprezzata per la danza delle bandiere, e terza è giunta Falconara Albanese, con una interpretazione molto professionale della fondazione del paese intrecciata con una storia d’amore.

Sul palco sono state anche premiate le migliori ricerche ed i migliori elaborati grafici che hanno visto vincente la migliore qualità dei prodotti di Falconara Albanese, mentre Caraffa, fuori concorso ha prodotto un pannello di 2 metri x 2 che sarà esposto all’ingresso del paese.

Vista la grande ospitalità favorita anche dagli insegnati e genitori, che hanno assistito partecipanti ed ospiti per tutta la Manifestazione durata fino a mezzanotte, e grazie anche alla collaborazione delle associazioni locali che hanno affiancato Progetto Caraffa, il Comune e l’Istituto scolastico, si può affermare che la vera vittoria l’ha conseguita Caraffa.

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Protetto: “L’ISOLA FATTA DI TANTE COSE BUONE “

Posted on 02 giugno 2015 by admin

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MENO SIAMO E PIÙ GLORIA AVREMO DA CODIVIDERE

Posted on 23 maggio 2015 by admin

SS Crispino e CrispanoNapoli (di Atanasio Pizzi) – Quando ho iniziato questo percorso di ricerca e valorizzazione d’ambito minoritario, non ho mai preteso o preso in considerazione il dato numerico che avrei avuto in mio favore e devo dire che nonostante il numero dei sostenitori sia molto irrisorio il mio entusiasmo si mantiene sempre costante senza alcuna remora per quanto scrivo e vado divulgando in difesa della minoranza albanofona.

Questa precisazione la voglio inviare a tutti quelli che in maniera sommaria e poco analitica riferiscono sulle mie continue critiche verso la piega che è stata impostata alla consuetudine, gli ambiti urbani e architettonici minoritari.

Il giorno di San Crispino è meglio conosciuto per essere citato da Shakespeare nell’Enrico V,  in particolare il discorso del re ai suoi uomini prima della battaglia di Agincourt, avvenuta il 25 ottobre 1415.

Siccome siamo in pochi a leggere, divulgare e promuovere aspetti che per molti sono irrilevanti o secondari nel vivere quotidiano, voglio dedicare a loro questo dialogo di Shakespeare nell’Enrico V:

Westmoreland:

“I loro combattenti saranno almeno sessantamila”.

Exeter:

“Cinque contro uno e inoltre loro sono tutti freschi… È una lotta impari”.

Westmoreland:

“Oh, se avessimo qui con noi almeno diecimila di quegli inglesi che oggi in patria se ne stanno sfaccendati…”.

Enrico V:

“Chi è mai che desidera questo? Mio cugino Westmoreland? No, mio caro cugino.

Se è destino che si muoia, siamo già in numero più che sufficiente; e se viviamo, meno siamo e più grande sarà la nostra parte di gloria.

In nome di Dio, ti prego, non desiderare un solo uomo di più.

Anzi, fai pure proclamare a tutto l’esercito che chi non si sente l’animo di battersi oggi, se ne vada a casa: gli daremo il lasciapassare e gli metteremo anche in borsa i denari per il viaggio.

Non vorremmo morire in compagnia di alcuno che temesse di esserci compagno nella morte.

Oggi è la festa dei Santi Crispino e Crispiano; colui che sopravviverà quest’oggi e tornerà a casa, si leverà sulle punte sentendo nominare questo giorno, e si farà più alto, al nome di Crispiano.

Chi vivrà questa giornata e arriverà alla vecchiaia, ogni anno alla vigilia festeggerà dicendo: “Domani è San Crispino”; poi farà vedere a tutti le sue cicatrici, e dirà: “Queste ferite le ho ricevute il giorno di San Crispino”.

Da vecchi si dimentica, e come gli altri, egli dimenticherà tutto il resto, ma ricorderà con grande fierezza le gesta di quel giorno. Allora i nostri nomi, a lui familiari come parole domestiche – Enrico il re, Bedford ed Exeter, Warwick e Talbot, Salisbury e Gloucester – saranno nei suoi brindisi rammentati e rivivranno questa storia.

Ogni brav’uomo racconterà al figlio, e il giorno di Crispino e Crispiano non passerà mai, da quest’oggi, fino alla fine del mondo, senza che noi in esso non saremo menzionati; noi pochi. Noi felici, pochi.

Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata, e tanti  gentiluomini ora a letto in patria si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui, e menomati nella loro virilità sentendo parlare chi ha combattuto con noi questo giorno di San Crispino!”

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SI RINNOVA LA FESTA PATRONALE IN ONORE DELLA MADONNA DI COSTANTINOPOLI

Posted on 21 maggio 2015 by admin

madonnacostantinopoliBARILE (di Lorenzo Zolfo) – La Parrocchia S. Maria Delle Grazie di Barile, dal 24 al 26 maggio, guidata dal parroco Don Francesco Distasi, in collaborazione con l’Associazione culturale Il Giglio ed la Ass.Ne Turistica Pro Loco Barile ed il Patrocinio del Comune Di Barile con numerosi Volontari ( Di Palma Giovanni ; Tirico Gianmarco ; Maicol Sepe ; Francesco Saverio Tralli ; Rosetta Mastrantuono ; Martino Barbaro ; Nardozza Donato), si prepara alla festa patronale in onore della Madonna di Costantinopoli . Evento che rientra tra le attività sociali attraverso la promozione di attività culturali antropologiche religiose ricreative turistiche e sportive ed ogni altra attività atta a valorizzare la cittadina. Per tre giorni la cittadina arbëreshë si animerà di eventi religiosi e musicali. Suggestiva la fiaccolata e la processione con il giglio del 25 maggio, ore 20,00, che dalla chiesa madre si arriverà al Santuario dedicato alla Madonna di Costantinopoli. Il 26 maggio alle ore 18,00 la processione con il quadro raffigurante la Madonna di Costantinopoli per le principali vie del paese. Ricco anche il programma civile. Il 24 maggio alle ore 21,00, serata musicale con la“ Nero per sempre Tony Esposito”, più un tributo a Pino Daniele. Il 25 spettacolo di fuochi cinesi a cura della pro-loco presso la villetta “Madre Teresa di Calcutta”. Il 26 maggio serata musicale con gli “Ambasciatori Lucani” con musica, canti e balli della tradizione lucana. Ore 24,00 spettacoli di fuochi pirotecnici a cura della cementeria Costantinopoli.

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Protetto: LA CHIESA DI SANT’ADRIANO

Posted on 20 maggio 2015 by admin

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Protetto: UNA PROPOSTA PER GLI AMMINISTRATORI DI OGNI ORDINE E GRADO DELLE REGIONI DI ABRUZZO, CALABRIA, LUCANIA, MOLISE, PIGLIA E SICILIA

Posted on 17 maggio 2015 by admin

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SCRITTORI INGLESI ALLA SCOPERTA DEGLI ARBËRESHË DI CALABRIA

Posted on 12 maggio 2015 by admin

Norman DouglasSAN DEMETRIO CORONE (di Adriano Mazziotti) – E’  stato questo il tema dell’incontro organizzato dal Liceo Classico in collaborazione con gli studenti dell’ultimo anno.

Sulla iniziativa si è soffermata Concetta Smeriglio,  dirigente dell’Istituto Omnicomprensivo di cui il Liceo fa parte, che ha sottolineato la validità dell’incontro culturale teso ad ampliare gli interessi e le conoscenze degli studenti anche in ambiti extracurriculari.

L’incontro, moderato dal docente di inglese, Adriano Mazziotti, è servito a fare conoscere alcuni dei tanti scrittori e intellettuali britannici che dalla fine del ‘700 agli inizi del ‘900 si sono avventurati in Calabria, visitando anche qualche comunità italo-albanese e grecanica.

Sul tema ha relazionato, in inglese e in italiano, con dovizia di particolari, il prof. Nicola Ceramella, della Università di Trento, fornendo una interessante sintesi dei resoconti, disegni e libri di viaggi lasciati dai visitatori britannici.

Su Norman Douglas, autore di uno dei volumi più apprezzati sulla nostra regione, “Old Calabria”, (Vecchia Calabria) mai scritti da uno straniero  e di cui quest’anno ricorre il primo centenario della pubblicazione, si è soffermato il docente Unical Renato Guzzardi, che ha proposto una  carrellata di foto  sul raffinato e colto scrittore austro-britannico,  raccomandando ai giovani  di leggere il libro, che riserva  anche un capitolo  a S. Demetrio C. e uno alla sua frazione Macchia.

Dallo studente Francesco Damico è partita la proposta rivolta al Comune, rappresentato nell’incontro dall’assessore alla P.I. Damiano Cadicamo,  di intitolare una strada o porre  una lapide commemorativa di  Douglas in un luogo centrale del paese, in segno di riconoscenza per   l’attenzione e l’interesse mostrati dallo scrittore verso questo centro.

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Protetto: IL COSTUME ARBËRESHË VIOLATO E VITUPERATO “djè mè stolit e sot tue stolisur”

Posted on 18 aprile 2015 by admin

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