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TEMINI DI MEMORIA INTIMA CHE SI RIVERBERANO DAL 28 FEBBRAIO 1985

Posted on 27 agosto 2023 by admin

Chiesa CodraNAPOLI – (di Atanasio Pizzi Architetto Basile) – Se hai capacità di sussurrare agli elevati della Regione Storica con garbo ed educazione, ti risponderanno in lingua Arbër, con racconti di genio locale, così precisi e profondi, sin dove le fondamento poggiano e reggono le cose del nostro Katundë.

A tal proposito va rilevato che l’architettura delle popolazioni rurali, non è stata progettata da architetti o alti designer professionisti, in quanto le comunità, dalle famiglie proprietari si adatta all’ambiente e segue le esigenze della popolazione e del territorio dove è collocata. Per rispondere al caldo dell’estate e il freddo dell’inverno.

In tutto una tipica tradizionale di un determinato luogo, da costruttori locali senza particolari studi alle spalle, utilizzando prodotti e materie prime secondo quello che si ha a disposizione, diventando l’edificato, modo di costruire attento all’ambiente e alle tradizioni locali, che per questo restano preservate. 

Ragion per la quale, saperla udire ed avvertite standole non più lontano dal tuo cuore è il modo per conoscere il resto delle cose, e varcare la soglia dove vive la storia.

Potrai udire i riverberi di quanti li elevarono e vi abitarono, in tutto le verità che manca allo scriba di ogni epoca, o quanti, non avendo misura per ascoltare e, comprendere cosa sia realmente accaduto, lungo lo snodarsi delle rughe, dento gli abituri di porte gemellate a mezza aperta; proprio lì dove l’igiene era compito affidata al tetto quando pioveva, gocce che scandivano lo scorrere del tempo e davano ritmo al conversare antico.

Ed è solo così che potrai comprendere ogni cosa se conosci la lingua e tradurre in forma comprensibile ogni cosa, riferita in battiti di cuore.

Con “le verità di luogo” emergono sin anche le giornate dal 12 e culminate il 18 agosto del 1806, con l’eccidio del Vescovo, un continuo riverbero di trame oscure senza soluzione di continuità iniziato nel 1799, con protagonista primo Pasquale Baffi, tutti episodi di una storia violenza, contro la solida credenza, che nel corso dei secoli è rimata incancellabile nella memoria di tutti i cittadini e impressa nei selciati coperti da catrame e cemento di qui luoghi del centro antico.

Cosi come deve essere memoria ogni episodio che ha visto giovani figure tragicamente mancate agli affetti delle famiglie, da quello storico ‘99 ad oggi e, fuori dalle mura natie.

Di questi, ogni nome e ogni cognome lasciamolo al ricordo e il dolore intimo dei familiari che ricorderanno sempre, tuttavia e. siccome si tratta di ragazzi e ragazze, nel mentre si preparavano alle cose della vita come protagonisti primi, sono diventati memoria velata, per la comunità intera, che oggi preferisce ammirare la trama dei veli evidenziai dalla polvere.

Tuttavia e per cancellare dubbi sarebbe opportuno apporre una stele, con su scolpiti cognomi appuntati e nomi estesi, per la memoria storica del Katundë, quella che appartiene ai suoi abitanti, gli stessi in continuo vagare camminano privi della memoria, delle cose, degli uomini e dei luoghi, oggi sempre più calpestati perché, memoria non  opportunamente mantenuta con rispettosa lucidità, compresa il grafito primo, davanti alla prospettiva violata della bimba appena concepita Adelina,  e mai nata per l’egoismo locale ancora in vita.

Quando avrà termine, egregi e ignari signori il gioco napoletano detto, “delle tre carte”,  onnipresenti devoti, che in base alle poste in gioco ora fanno i buoni poi i cattivi e in fine buttano lacrime al fianco dei poveri malcapitati che credevano di vincere, ma il gioco perverso li vuole sempre perdenti.

Le cose della “nostra storia” sono così e nessuno, mai avrà alcun beneficio civile, religioso o politico, perché poi alla fine troverete sempre uno che sa delle vostre lacrime.

Per questo è inutile associare “arche di stelle colorate” senza misura” thë mesj Jonë!!!!!” il quadro che appare non è certo quello che ogni volta speriamo possa esser giusto, tanto voi non siete artisti, perché come la gretina, avete marinato tutte le fasi sella scolarizzazione.

Attività inopportune e, prive di ragione senso e garbo d’essere; voi così………..,…,…..infangate irripetibili momenti di storia del passato locale, senza mai, prendere atto, dello sbigottimento diffuso specie verso gli onnipresenti documentaristi ormai istituzione, che non approvano queste attività di luogo inopportuni.

Ormai non si allestiscono altro che manifestazioni che ritenere, più volte labili è un complimento, per questo, sarete ricordati come barche, in balia degli eventi, privi di orientamento culturale e ogni genere comune di buon senso o garbo.

Appartenere alla categoria che condisce con grasso che cola, dal genio prescelto, lo stesso che arde vivo per comando occulto, rievocate solamente la isterica Ngulia dell’esaltato Frappitta.

A tal proposito sappiate, che distruggere e umiliare anfratti inermi, storia e uomini è un peccato culturale che nessuna penitenza, potrà mai ripulire, dal male che provocate, sarà inutile poi rivoltarvi nei vostri sogni e chiedere perdono, il risveglio vi dara conferma che il male fatto è stata cosa vera e solo il tempo lungo potrà cancellare.

Le figure eccellenti non sono ingredienti per condire storia a vostro piacimento, anche se d’istituto orchestrato. Esse non sono spezie per condire il vostro soffritto che bolle in angoli storici, mentre il fumo e i vapori prodotti, deturpano memoria.

Non sarà utile integrarlo con il macinato naturale di Stango, millantato come frammento genuino del vostro sapere, perché a ragion veduta è solo fumo dei vostri occhi.

Ormai vi resta solo stendere a terra Miletë, Sutaninë, Sutanërasj, Zoghen, Gipuni, Kesë e Shiale di porpora, immaginando che l’esaltar donne moderne, fa notizia di genere ed esalta i luoghi.

Pretendere di sapere cosa voglia dire, nel gergo militare, stendere a terra gli emblemi identitari, già eseguito oltre oceano senza e ancora averne misura dopo cinque decenni della vergogna conferma lo stato della vostra cultura, immaginata in giogatura alta, a tal proposito sappiate che non appartiene a voi ma al popolo che avreste dovuto rappresentare.

Tuttavia, un merito vi appartiene distintivo, ovvero, quello di accogliere tutti  gli individui capaci di masticare e spargere odio, separare persone, al solo scopo di reprimere iniziative di cui non avrete mai capacità d’intenti privi di cattiveria seminata lungo le rughe davanti le porte degli sheshi, specie se sono luoghi ameni di memoria buona.

Questo vi rende l’esempio primo, della culturale ormai in fase terminale; tuttavia, la cosa ancor più grave sono le figure che vi illuminano, vi orientano e vi esaltano, le uniche delle quali vi fidate senza prendere atto che, quando si accoppiano con voi conservano aghi spacciati per fare ricamo o rammendo, in realtà attrezzi di magia per accecare l’occhio del cuore e della mente che spargerà gocce di sangue in pena.

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