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LA STORIA ARBËREŞË SI RIVERBERA NELLE STESSE VIE PIAZZE E CHIESE DI A NAPOLI Parë Paskali e pranà Shanasi

Posted on 26 ottobre 2025 by admin

CatturaNAPOLI (di Atanasio arch. Pizzi) – Dopo un intervallo durato duecento ventisei anni, assistere, con rimandi e risonanze parallele, alle vicende che videro soffrire perché tradito dalle cose arbëreşë l’eccellenza Sofiota Pasquale Baffi non è un’esperienza da poco, specie se vissuta con le stesse tempistiche di luogo.

Comprendo fino in fondo il disagio e, la dignità silenziosa di fronte a una condanna che si affronta senza ricorrere a vie di fuga o sotterfugi di viltà.

Ma l’essere stato testimone, sia pure solo idealmente, del tormento di quel personaggio in pena, in quella stessa piazza, nello stesso pomeriggio e alla stessa ora in cui egli fu lasciato dissanguare, per la lucida perfidia dei soliti villici di turno, non è stato certo un bel vedere, per il buon nome odierno della cultura napoletana.
Se poi si aggiungono le appartenenze culturali e ideali che egli rappresentava e divulgava, lo scenario di quel tragico pomeriggio, protrattosi sino a tarda notte e, culminato in quel lontano 11 novembre del 1799, alle ore sedici e trenta, appare a dir poco impressionante, vista la tempistica dei soliti vili senza dignità e cultura propria.

E chi afferma che la storia si ripete, sicuramente avrà vissuto, come lo scrivente e il Baffi, questa sensazione paradossale, ovvero, assistere, in un’epoca che si proclama di libertà e di uguaglianza e di lealtà, rievocando invece, gli stessi errori, le stesse ingiustizie, le stesse crudeltà, identiche ruberie storico culturali con emblema gli arbëreşë, è moralmente, materialmente provato che la storia si ripete e, qui possiamo aggiungere non con tempi regolati dai battiti dello storico campanile che fiero si eleva in quella piazza, ma con la pena che poco distante visse Partenopee.

Invio questo breve scritto, per rilevare, evidenziare e rendere nota questa pagina copiato e riversata come violenza culturale, nella speranza che altre eccellenze non cadano in questo vortice di perfidia, tradimenti e viltà.

L’auspico mira a non far vivere ad altri, questo vortice storico, generato e riproposto in questo deserto di non-cultura o, meglio, di slealtà culturale, fatto di continuo vagare senza rispetto senza mai dissetarsi e, che uno possa almeno riconoscere quanto prima un mea culpa e valorizzare le orme di sangue altrui sparse in questo luogo di pena.

Un atto che, pur non potendo lenire il dispiacere morale profuso, rappresenterebbe un segno di consapevolezza; perché il dolore fisico di allora resta, e riecheggia ancora oggi, come un’eco lontana nella chiesa dove giace, silenziosa, la cultura senza vita.

Atanasio Pizzi direttore A.R.S.A.N.  (Attento Ricercatore Storico Arbëreşë Napoletano)

Napoli 2025-10-25 – ore 16.30 Giovedì

 

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