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IERI ERA LA TIPICA FAMIGLIA ARBËRESHË, OGGI ESEMPIO DI IMPRESA PLURIFAMILIARE – moter u nënghë thë garova nè thë garògnhë

Posted on 24 ottobre 2010 by admin

NAPOLI – (di Atanasio Pizzi)

La famiglia arbëreshë che fu ospitata nelle regioni dell’Italia meridionale si caratterizza per le regole qui di seguito elencate:

per ampiezza, considerevolmente maggiore.

per struttura, ottenuta dalla fusione di più nuclei coniugali in un unico complesso, detto esteso.

per natura, quale comunità di vita oltreché di lavoro, unità produtti­va e affettiva.

Caratteristiche che nel corso di cinque secoli di ininterrotta operosità sono man mano sbiadite.

Essa basava la sua economia nella pastorizia e nelle risorse agricole, ma essendo nel tempo cambiato il modello di vita e il tipo di risorsa da numeroso gruppo familiare oggi ha assunto la tipica formula di famiglia urbana.

L’ampiezza della famiglia pastorale e agricola arbëreshë, appare storicamente deter­minata da un complesso di fattori, fondamentale era l’influenza della struttura familiare estesa e quindi della condizione sociale, particolarmente legate alla conduzione di terre, in concessione o anche in proprietà.

Il passaggio della terra in concessione a proprietà è direttamente proporzionata al rapporto di famiglia estesa e famiglia urbana.

Indiscutibilmente, la formula plurifamiliare presenta notevoli vantaggi sotto il profilo della razionalità.

Non più molte stalle, non più molti vigneti, non più dispersi appezzamenti per la coltura di pieno campo e soprattutto non più tanti coltivatori costretti ad un assurdo enciclopedismo.

Ognuno di essi potrà quindi specializzarsi nell’allevamento, nelle colture arboree, nelle altre vege­tali e così via.

Senza contare che le ingrandite dimensioni economiche della famiglia arbëreshë solleciteranno più facilmente l’introduzione di una metodica contabilità, nonché una più intensa presenza negli organismi di scambio.

Di qui una occasione per interessare ad assumere respon­sabilità nella presenza dei mercati.

In pratica molte difficoltà devono essere scontate, ripartire i compiti e le responsabilità tra gli uomini e donne non è impresa da poco, ma tutti sapendo e riconoscendo l’indubbio bene che si fa nei confronti di tutto il gruppo assolvevano con abnegazione e saggia dedizione il proprio ruolo.

Un compito può essere più qualificato di un altro, onde la eventualità di stabilire norme precise che diano ad ogni componente il giusto peso e alla specializzazione di ogni competenza.

Non si tratta solo di regolare l’amor proprio, si tratta di ottenere il benessere del gruppo familiare, operazione che nel costume e nella forma mentis degli arbëreshë ha fatto la loro forza.

Essi furono i veri protagonisti della realizzazione di quell’antico progetto pensato e messo in atto dal Principe Luca Sanseverino di Bisignano, ovvero, rendere fertile e produttivo il territorio della Calabria Citra.

Tutto ciò si è potuto realizzare solo grazie ad un popolo caparbio e solidale come quello arbëreshë, ligio a quella formula non scritta che gli ha consentito di distinguersi positivamente nello scenario del meridione d’Italia.

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