Archive | Folklore

VALLET ÇIVITJOTE

Posted on 04 aprile 2015 by admin

manifesto convegno_Civita

Commenti disabilitati su VALLET ÇIVITJOTE

PER L’ARBERIA UNA NUOVA STRATEGIA!

Posted on 11 febbraio 2015 by admin

EmmanueleCIVITA (di Demetrio Emmanuele) – Preso atto dello stato fallimentare di tante idee, innumerevoli “progetti”e fiumi di inchiostro, anzi milioni di “battiture” sui tasti,prima nella mitica Olivetti e poi sui computer, occorre rimeditare, riconsiderare e, quindi, progettare una strategia semplice ed operativa per rilanciare il “problema” Arberia. Del resto noi, in assoluta modestia ma piena convinzione, non abbiamo mai creduto a ricette imposte dall’alto ed innaturali azioni didatti­ che hanno tentato di costruire la casa partendo dai tetti, e non piutto­ sto dalla base e dal vissuto. Come abbiamo sempre tentato di dire, scrivere e fare. Per quanto ci è stato possibile. Ora assistiamo inorriditi a balbettii, incertezze ed azioni scriteriate sia in ordine all’apprendimento dell’idioma arbresh e sia in ordine alla tutela e valorizzazione del vero ed autentico folklore, ridotto a degenerazioni ed a manifestazioni scimmiesche che offendono la nostra storia ed il sacro sapere del popolo( folklore = sapere di popolo). Né i vari sparuti tentativi “politici” hanno prodotto qualcosa di buono, ma solo sprechi e opere di pessima qualità. Anche perché la meritocrazia e la competenza sono state sempre trascurate e mortificati, privilegiando saccenza e presunzione. Incompetenza ed aria fritta. Partire, pertanto, dai giovani e dal popolo in modo che siano i protagonisti della nuova “rinascita” e che essi stessi siano “maestri” dei maestri, Proprio come   era proteso a far capire un illustre indimenticato pedagogista che dirigeva il glorioso Magistero di Salerno, il prof. Roberto Mazzetti, che accarezzava un sogno, una utopia come forte ed intelligente impegno e desiderio di bene comune di un risveglio sociale e culturale del Mezzogiorno con la nascita di una classe   politico­culturale proveniente dalle piaghe campane, lucane e calabresi consapevoli di possedere una ricchissima tradizione culturale ed identitaria che occorreva manifestare e valorizzare. Dagli anni ’50 del secolo scorso dalle vecchie e nuove università molti e di qualità sono gli intellettuali emersi ma, purtroppo, la maggior parte è fuggita dalla terra natia, spesso matrigna ed insensibile alla meritocrazia. C’è chi è rimasto ed ha lottato (spesso invano). Occorrono nuove intelligenze e nuove energie per intraprendere una civile lotta, pur con idee diverse che, devono arricchire l’azione volta al bene comune: culturale, sociale ed economico. Il grande sociologo, maestro polacco Zygmunt Bauman asserisce che quando due o più tradizioni si incontrano e dialogano, ne . escono tutti arricchiti. Così non ci sono sconfitti ma solo vincitori. E poi chi fonda biblioteche e musei è come costruire granai pubblici, ammassare riserve contro   l’inverno dello spirito. Perseguire solo l’utile(utilitarismo) aggiunge Nuccio Ordine, docente di chiara fama dell’UNICAL, inaridisce lo spirito, coltivare l’inutile (leggere, rendersi utile alla società) che è poi il vero senso della vita che va in direzione dell’amore per l’umanità. Il che aiuta a dare benessere materiale e morale a tutti gli esseri umani ed alla natura. Amare la Terra che è la nostra unica dimora.

Analisi ed azioni

 L’interesse verso l’Arberia va affievolendosi. E’ necessario ed urgente elaborare una strategia comune di operatività in direzione della valorizzazione della lingua e cultura arbreshe previa un’analisi socio antropologica delle comunità al fine di garantire condizioni di vita umane e dignitose a tutti i residenti con servizi socio-sanitari efficienti e sicuri Accorpare o almeno confederare tante   nostre piccole comunità al fine di facilitare i suddetti servizi impegnando tanti giovani disoccupati e desiderosi di rendersi utili alla società. Priorità assoluta assicurare condizioni di vita dignitose a tutti i residenti delle nostre comunità, nel rispetto assoluto verso gli anziani e garantire un futuro ai giovani con investimenti finanziari mirati e virtuosi nel rigetto di progetti costosi ed inutili che si risolvono in sprechi di risorse preziose che si vanificano o che addirittura impinguano le tasche dei soliti furbi.· Certo i l problema della conservazione dell’antico idioma   è importante ai fini del nostro essere arbresh. Diventa, è un problema di estrema importanza e non di facile soluzione per le permanenti divergenze sulla metodologia e sugli interventi da adottare. Noi crediamo molto elle attività del folklore e del teatro, mirati intelligentemente a fini didattici Ma possiamo chiedere   aiuto   alle personalità   della   lingua   albanese: Aleksander Xhuvani (1880-1961), Eqrem Çabej (1908-1980), Ernest Koliqi (1905-1975) linguisti di chiara fama, che hanno amato e studiato in egual misura l’Albania e l’Arberia. Il primo in una lettera indirizzata al prof. Giuseppe Schirò, professore di chimica in Albania,datata 11 aprile 1961. “Mi meraviglio e sono un pò contrariato per quanto riguarda   la lingua albanese nell’Università di Palermo. Bisogna che venga insegnata l’arbresh e non la lingua di Scutari. Classici esempi da imitare possono essere l’Ultimo Canto di Baia di Gabriele Dara e “Il Milosao” di Gerolamo De Rada( a tanti altri illustri scrittori dell’Arberia). Anche il prof. Nasho Jorgaqi non ha esitato a condividere. Il prof. E. Çabej con il materiale raccolto a Piana degli Albanesi ed altre comunità arbresh, scrisse nel 1933 la sua classica tesi di laurea. Ricordiamo ancora l’esemplare intervista al prof. Ernest Koliqi (Shejzat XVV-1972,5-6 e “Katundi Yne”n.1 0/ 1972, dove sottolinea che le comunità itala-albanesi che si dispiegano dagli Abruzzi alla Sicilia, sono circa 80, di queste quasi la metà hanno perduto la lingua, e stanno per dimenticare anche il ricordo della propria origine. Fatalmente nel convulso clima, ostile ai retaggi del passato e propenso ai radicali mutamenti dappertutto dopo la seconda guerra mondiale, anche in altre comunità arbresh si indeboliranno via via le memorie e gli impulsi ancestrali. Per quanto riguarda la metodologia, per far fronte al continuo impoverimento della cultura albanese, Koliqi ricorda che il rito bizantino e la liturgia in lingua albanese aiutano la conversazione sia della parlata che delle tradizioni. L’insegnamento nelle prime classi elementari dell’arbresh, impartito da provetti maestri bilingui, risulterà utilissimo anche didatticamente. John Trumper, gallese, linguista, docente all’Unical, in un conviviale colloquio (K.Y. n.47-1983/3) affermò che nel 1970, per salvare il gallese, vennero istituiti asilo nido, nursey school, kopsht femijesh. Sarebbe opportuno educare   i bambini e la gente all’oralità e non alla scritturalità. Vjen me then se kam folmi ose kam ijasmi arbrisht dhe jo vetem te shkruami shqip si na mesuan ca mjeshtra te keq.. Sarebbe bene, comunque, scrivere secondo l’antico idioma, introducendo parole ed espressioni da restaurare, che pur esistono. Basta “scavare” e ricercare nella memoria. E giammai prendere in prestito dalla lingua letteraria shqip, densa di turchismi e priva di tante belle nostre espressioni originali e significative. Concludiamo con il prof. Giuseppe Trebisacce, docente di Storia della Pedagogia all’UNICAL, sensibile ed attento osservatore e studioso dell’Arberia: “L’intervento educativo e socioculturale a favore delle Comunità Arbresh ha storicamente conseguito risultati a dir poco fallimentari. Non rimane che sperimentare l’altra via che vede nel popolo l’educatore di sé stesso, secondo la formula di “autoeducazione della comunità” Ma senza un intervento di natura socio-economico con progetti mirati in favore delle disagiate aree interne, fuori dalla “logica” clientelare, nella valorizzazione dei talenti e delle virtù, ben poco si potrà sperare, se non fuga e spopolamento.

Commenti disabilitati su PER L’ARBERIA UNA NUOVA STRATEGIA!

Associazione Turistica PRO LOCO 04026 Minturno – Latina

Posted on 01 novembre 2014 by admin

Garigliano ponte borbonico

COMUNICATO STAMPA

 

Le Associazioni Pro Loco di Minturno (LT) e Maschito (PZ) hanno sottoscritto un Protocollo per la costituzione di un Comitato congiunto a sostegno della proposta di inclusione del Ponte Borbonico sul Fiume Garigliano, progettato dall’Ing. Luigi GIURA, nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

La firma è avvenuta qualche giorno fa presso la sede della Pro Loco di Maschito le cui delegazioni sono state accolte anche dal Sindaco, Dott. Antonio MASTRODONATO, il quale ha manifestato tutto il suo apprezzamento per l’iniziativa augurandosi che tale progetto possa riscontrare adesioni dalle varie parti d’Italia, conoscendo la vita e le opere dell’Ing. Luigi Giura e la realizzazione del famoso Ponte Borbonico sul Fiume Garigliano di cui proprio in questi giorni anche le Poste Italiane hanno emanato un apposito francobollo.

Lo stesso Primo Cittadino maschitano si è detto disposto a sostenere in tal senso una delibera congiunta con il Comune di Minturno, non appena quest’ultimo la approva nella propria sede.

Nel Protocollo firmato si da il via così alla costituzione di un Comitato congiunto a sostegno di quanto prima detto, definito come modello illustre di realizzazione della scienza ingegneristica nel Meridione d’Italia e come testimonianza su eventi bellici accaduti sin dal 1860.

Si ricorda che le attività statutarie delle anzidette Associazioni si prefiggono principalmente la promozione del turismo e della cultura sia nei propri territori che in ambito delle collaborazioni espresse con appositi protocolli; la tutela dell’ambiente e della natura, dei beni culturali e artistici legati al turismo, anche sociale e scolastico; la promozione del territorio e delle sue peculiarità naturali, artistiche, storiche e folkloristiche; la promozione e realizzazione di corsi di formazione professionale, di sostegno alle attività didattiche delle scuole e d’altre agenzie formative in campo dell’istruzione pubblica e della cultura.

La comune collaborazione infatti ha come fine ultimo quello di valorizzare e rendere più fruibile il patrimonio turistico e culturale legato principalmente agli aspetti ambientali, artistici, storici, folcloristici, artigianali etc, in accordo con quanto previsto nei rispettivi Statuti associativi e tenuto conto della volontà a proseguire un progetto di intesa e collaborazione con gli Enti Istituzionali  territoriali, tende a  promuovere e sostenere le opere e le personalità che hanno contribuito ad arricchire la storia del territorio, come appunto questa celebre opera che quotidianamente viene ammirata da una numerosa mole di turisti.

Minturno, 31.10.2014                                                                                    L’Ufficio di Presidenza

Commenti disabilitati su Associazione Turistica PRO LOCO 04026 Minturno – Latina

TORNA CON SUCCESSO LA COOPERATIVA MUSICALE ARBËRESHE

Posted on 25 agosto 2014 by admin

LA COOPERATIVA MUSICALE IN CONCERTO DOPO TRENTA ANNSAN DEMETRIO CORONE (di Adriano Mazziotti) – Dopo trent’anni la Cooperativa Musicale  Arbëreshe torna con un concerto questa sera alle 21.30 nell’Anfiteatro comunale. Carichi più che mai i suoi componenti, tutti del posto e ancora con la stessa voglia di palcoscenico e di divertirsi  assieme a  chi li ascolta.

Lo storico gruppo musicale  sorse il 1982 e da allora ha svolto una attenta ricerca  culturale sulla tradizione  canora  dell’ Arberia e d’ Albania, rivisitando e   rielaborando  vecchi canti popolari,  riuscendo così a svelare un campo ricco di potenzialità canore e musicali che ha dato avvio e condizionato in positivo il nuovo  corso della canzone arbëreshe ed etnofolk. Fu un successo, fatto di spettacoli molto apprezzati nelle comunità italo-albanesi, in Albania e in Kossovo.

La vita e il lavoro, poi, hanno diviso i giovanissimi componenti del gruppo, e ognuno è andato per la propria strada; ma la grande passione per  le canzoni tradizionali  non si è mai spenta.

Stasera, la storica band sandemetrese  proporrà le celebri canzoni della cassetta  “Valle valle”, ancora conservata da molti come uno scrigno di affetti, ricordi e sensazioni. E siamo certi che il “grande ritorno” non solo renderà omaggio a tanti successi canori del passato, ma sarà l’occasione per i numerosi fan della Cma di riabbracciare i loro beniamini.

Commenti disabilitati su TORNA CON SUCCESSO LA COOPERATIVA MUSICALE ARBËRESHE

BARILE AGOSTO 2014 IV° EDIZIONE DEL PERCORSO ENO-GASTRONOMICO E CULTURALE

Posted on 11 agosto 2014 by admin

Barile Agosto 2014BARILE (di Lorenzo Zolfo) – 50 anni fa, a Barile,  paese alle pendici del Vulture e di origine lingua e cultura arbëreshë,  il grande regista Pier Paolo Pasolini girava quattro delle scene più importanti – de Il Vangelo Secondo Matteo. Leone d’argento alla XXIV Mostra del Cinema di Venezia.

La Pro Loco di Barile in collaborazione con l’amministrazione comunale, dedica al grande regista la manifestazione  “ TUMACT ME TULEZ” che prende il nome dal piatto tipico arbëreshë  tramandato nei secoli: il Tumact me Tulez, ovvero tagliatelle con mollica di pane fritta in un sugo di noci, alici e pomodoro. L’evento, fondendosi con “Cantinando- dalle Cantine al Borgo”, si svilupperà attraverso un percorso enogastronomico e culturale lungo le strade dell’antico borgo “Sheshë ” giungendo fino alla piazzetta San Nicola e sarà incentrato sul piatto originario della cultura arbëreshë affiancato da stand espositivi delle eccellenze locali e regionali.

Per tre giorni, dal 12 al 14 agosto, le vie del centro storico di Barile saranno allietate con presentazioni di libri, mostre fotografiche ed artistiche, intrattenimenti musicali, stand dell’enogastronomia lucana e degustazioni di Aglianico del Vulture DOC.  I pomeriggi barilesi saranno animati dalle ore 18 nella meravigliosa cornice del palazzo d’epoca Frusci con la presentazione dei libri “Cristo è nato a Barile” del Prof. Donato Mazzeo” ( 12 Agosto), “ BASILUCANIAfra Vulture e dintorni” di Ernesto Grieco (13 agosto) e “Anagramma Italia” di Gennaro Grimolizzi (14 Agosto).

Le iniziative culturali proseguiranno nella piazzetta di San Nicola- Largo XX Settembre  con il convegno “ Il Vulture e lo Sviluppo nell’azione leader 2014-2020”  a cura del Gal Sviluppo Vulture e  durante  la prima serata del 12 Agosto con il laboratorio permanente di arte pubblicaURBAN SCREEN “ PASOLINI 50”  di Art Factory Basilicata , poi la giornata del  13 Agosto con varie performance artistiche sul tema IL CORPO: L’ARTE IN MOVIMENTO dell’associazione culturale Arcipelago Eva e per finire il 14 agosto con il teatro di strada itinerante dei CONTAFATTI LUCANI del Centro di Drammaturgia Europea.

L’intrattenimento musicale che arricchisce il programma enogastronomico e culturale sarà affidato per la serata del 12 Agosto  ad un gruppo di musica caraibica  gli “ ENTRE 8 OCHO” che  proporrà son e musica latino americana, salsa y merengue, seguirà la “Noche Cubana” con il Dj Silvio Sisto con il coinvolgimento delle scuole di ballo regionali e le degustazioni incrociate di sigari e Rum cubano.. Per la serata del 13 Agosto la piazzetta di San Nicola sarà coinvolta con la musica Bossa Nova, Samba Jazz e ritmi latini dei WATERMELON BAND  mentre  per la serata del 14 Agosto ci saràBarile JAZZ con l’esibizione del gruppo jazzDEIDDA-AMATO-SCASCIAMACCHIA.

Durante le tre serate ci sarà l’apertura della “ Fontana del Vino”per assaporare l’Aglianico del Vulture Doc e la diretta web con i Dj di Radio Hirundo.

Per l’evento sono previste le aperture della mostra “Collettiva di Pittura e Scultura” e la “ Casa Pasolini” e l’apertura serale della Chiesa di San Nicola per ammirare l’opera “l’Annunciazione” XVII sec. di Girolamo Bresciano, seguace del Pietrafesa.

Sarà una grande occasione per scoprire i prodotti tipici lucani e testimoniare quanto la qualità dell’offerta enogastronomica e culturale possono costituire un volano di rilancio turistico ed economico”, come sottolineato dal presidente della pro-loco Daniele Bracuto, dal Sindaco di Barile Antonio Murano, dal presidente del Gal Sviluppo Vulture-Alto Bradano, Franco Perillo, dal prof. Donato Mazzeo e dalla responsabile sezione Donna della pro-loco, Sabrina Gagliardi, il giorno 9 agosto nella presentazione di questo evento avvenuto nel palazzo Frusci, sede della pro-loco

Ecco il  PROGRAMMA dettagliato

TUMACT ME TULEZ 2014
PERCORSO ENOGASTRONOMICO E CULTURALE
 

Programma

 

Martedì 12 Agosto 2014 

  • Ore      18:00Presentazione del libro

“Cristo si è fermato a Barile” del prof.Donato Mazzeoa cura di

Rocco Brancati( Rai Tv), Francesco Rubino ( Universitè Paris X)

Sala della Memoria, Palazzo Frusci

  • Ore 19:00       Apertura stand enogastronomici, mercatini e percorsi di luce

Via delle Cantine – Via Coronei – Largo XX Settembre

  • Ore 19.30Il Vulture e lo Sviluppo nell’azione learder 2014-2020 a cura del Gal

Sviluppo Vulture

Largo XX Settembre – Piazzetta di San Nicola

  • Ore 20:00Degustazione del piatto arbëreshë  “Tumact me tulez ”e dei prodotti tipici

Largo Coronelle – Via Coronei – Largo XX Settembre

  • Ore 20:30  Apertura della “Fontana del Vino” 

Largo XX Settembre  – Piazzetta San Nicola

  • Ore 21:00LAP|Laboratorio permanente di Arte Pubblica     

Urban Screen “PASOLINI 50” a cura di Art FactoryBasilicata

Facciata Chiesa di San Nicola – Largo XX Settembre

  • Ore 22:30Latin      mood con “ENTRE 8 OCHO CARAIBIC LIVE MUSIC”

                  musica latino americana, salsa y merengue

Largo XX Settembre – Piazzetta San Nicola

  • Ore 23:30  Noche Cubana con il Dj SILVIO SISTO

 e degustazione di rum e sigari

Largo XX Settembre – Piazzetta San Nicola

 

Mercoledì  13 Agosto 2014

  • Ore 18:00Presentazione      del libro

“BASILUCANIA – fra Vulture e dintorni” di Ernesto Grieco a cura di 

Armando Lostaglio

Sala della Memoria, Palazzo Frusci

  • Ore 19:00       Apertura stand enogastronomici, mercatini e percorsi di luce

Via delle Cantine – Via Coronei – Largo XX Settembre

  • Ore 20:00Degustazione del piatto arbëreshë  “Tumact me tulez ”e dei prodotti tipici

Largo Coronelle – Via Coronei – Largo XX Settembre

  • Ore 20:30  Apertura della “Fontana del Vino” 

Largo XX Settembre  – Piazzetta San Nicola

  • Ore 21:00  IL CORPO: L’ARTE IN MOVIMENTO

a cura dell’associazione culturaleARCIPELAGO EVA.
Performance live di Enrico Gambera per Isadora e performance body art live

painting Roberta Lioy,con la pittrice Michela Schettini. Spettacolo di Robert 

                   Po.Mostra fotografica Donna e… di Michele Volonnino

Scalinata Chiesa di San Nicola – Largo XX Settembre

  • Ore 22:30Bossa Nova, Samba Jazz e ritmi latini con i WATERMELON BAND –

Gisela Olivierio voce, Lewis Saccocci al piano,Dario Piccioni al basso,Mauro ” Daila”  Salvatore alla batteria, Gino Capobianco percussioni.

Largo XX Settembre –  Piazzetta San Nicola

  • Ore 23:30  Radio Hirundo Party con i Dj di Radio      Hirundo

Largo XX Settembre – Piazzetta San Nicola

 

Giovedì  14 Agosto 2014

  • Ore 18:00  Presentazione del libro

“ANAGRAMMA Italia” di Gennaro Grimolizzicon la presenza del Giudice

Silvana Arbia

Sala della Memoria, Palazzo Frusci

  • Ore 19:00       Apertura stand enogastronomici, mercatini e percorsi di luce

Via delle Cantine – Via Coronei – Largo XX Settembre

  • Ore 19:30Degustazione del piatto arbëreshë  “Tumact me tulez ”e dei prodotti tipici

Largo Coronelle – Via Coronei – Largo XX Settembre

  • Ore 20:00       Teatro di strada itinerante deiCONTAFATTI LUCANI a cura delCentro

Europeo di Drammaturgia

partenza presso Piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa (Comune) su prenotazione
(spettacolo gratuito previa prenotazione a: prolocobarile@gmail.com) 

  • Ore 20:30  Apertura della “Fontana del Vino” 

Largo XX Settembre  – Piazzetta San Nicola

  • Ore 22:00       Barile Jazz|

DEIDDA-AMATO-SCASCIAMACCHIA

Basso, tromba e percussioni.

Largo XX Settembre  – Piazza San Nicola

  • Ore 23:30  Radio Hirundo Party con i Dj di Radio      Hirundo

Largo XX Settembre – Piazzetta San Nicola

Commenti disabilitati su BARILE AGOSTO 2014 IV° EDIZIONE DEL PERCORSO ENO-GASTRONOMICO E CULTURALE

Barile. A cinquant’anni dal film “Il Vangelo secondo Matteo”

Posted on 05 agosto 2014 by admin

Barile iniziative per pasoliniBARILE (di Lorenzo Zolfo) – Nel piccolo centro arbereshe, di Barile quest’anno ricorrono i 50 dalle riprese di alcune scene del film“ Il Vangelo secondo Matteo” del noto regista Pier Paolo Pasolini. Fino ad oggi, solo l’associazione culturale Sisma, da alcuni anni, indice un concorso letterario “premio Pasolini” che vuole essere appunto un omaggio al grande regista e scrittore e un riconoscimento all’originalità dell’intellettuale, assunto come emblema ideale e punto di riferimento di estrema attualità. La pro-loco, da quest’anno, ha pensato di non far cadere nell’oblio questa ricorrenza, realizzando una mostra fotografica di scene di allora nella sede di palazzo Frusci. A sollecitare l’amministrazione comunale, guidata da Antonio Murano, per un maggiore interesse per questa ricorrenza, ci ha pensato il consigliere comunale di minoranza, del gruppo politico “Orgoglio Barilese”Gennaro Grimolizzi:”Il Comune di Barile si faccia promotore di un coordinamento dei luoghi visitati in Basilicata dal regista Pier Paolo Pasolini cinquanta anni fa, in occasione della realizzazione del film “Il Vangelo secondo Matteo”. Nei giorni scorsi ha depositato la sua proposta al sindaco del borgo vulturino. A Barile vennero girate nel 1964 alcune delle principali scene del film di Pasolini: la strage degli innocenti e la nascita di Gesù. Il regista rimase colpito dalla particolare conformazione del quartiere delle Cantine, in grado di rievocare al meglio gli scenari della Terra Santa ed i luoghi delle Sacre scritture. Numerosi cittadini di Barile furono scelti da Pasolini per interpretare i personaggi delle scene girate cinquant’anni fa. «La proposta presentata da Orgoglio Barilese – dice l’avvocato Gennaro Grimolizzi – mira a creare un “coordinamento dei luoghi pasoliniani” in Basilicata, con Barile capofila, con il fine di promuovere l’intero territorio lucano. Si potrebbero avere ricadute positive per il nostro comune, dato che, come è stato annunciato, verrà riqualificato il Parco urbano della Cantine. Si tratta di un luogo legato indissolubilmente alla figura di Pier Paolo Pasolini». “Il Vangelo secondo Matteo” è stato girato anche a Lagopesole e Matera. «Quale occasione migliore – evidenzia il consigliere Grimolizzi – per fare squadra tra i Comuni interessati e promuovere tutti insieme i territori lucani nel nome del regista e scrittore?». Grimolizzi auspica che a Barile vengano incrementate tutte le iniziative culturali «atte a ricordare il legame tra il borgo albanofono e Pasolini». «A questo riguardo – aggiunge Grimolizzi – bisogna coinvolgere tutte le associazioni culturali, migliorare e rafforzare il ruolo della cosiddetta “Casa Pasolini”, collocata nel Palazzo Frusci per renderla maggiormente fruibile al pubblico. È necessario rendere più articolato ed omogeneo ogni intervento. Mai come in questo momento è necessario il gioco di squadra tra associazioni ed ente comunale. La cultura deve essere davvero considerata, e non solo percepita, come volano per lo sviluppo civile, oltre che economico, delle nostre comunità». Qualche anno fa Enrique Irazoqui, protagonista nei panni del Cristo del “Vangelo secondo Matteo”, ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Barile. Nel novembre 2007 il Comune, in collaborazione con la Rivista “Basilicata Arbereshe”, ha avviato un Progetto internazionale denominato “Barile come Betlemme” dal quale sono scaturite diverse iniziative a Potenza (presso l’Università), Bologna (Cineteca Pasolini), Torino, Parigi (Università Sorbona), Barcellona (Filmoteca de Catalunya) e Tirana (Ambasciata d’Italia). Sono state, inoltre, realizzate due edizioni del libro fotografico “Cristo è nato a Barile” (AA.VV., Melfi, 2007-2009) e due mostre fotografiche in bianco e nero itineranti, con l’ausilio del giornalista Rai Rocco Brancati.

Commenti disabilitati su Barile. A cinquant’anni dal film “Il Vangelo secondo Matteo”

AAA FRATERNITÀ CERCASI

Posted on 27 maggio 2014 by admin

FratellanzaROMA (di Paolo Borgia) – Cuore, il romanzo di De Amicis, lo lessi nel 1953, da diligente alunno appena immigrato a Torino. Era ambientato in una città che mi pareva di vedere nelle strade in cui giocavo e nella casa in cui abitavo a cinquanta metri dal primo parlamento italiano. Ancora la città non era divisa in quartieri catalogati per ceti sociali. I palazzi al pianterreno avevano botteghe ed nei cortili officine, il piano ammezzato era abitato dagli stessi negozianti e artigiani. Seguiva il primo piano “nobile”, dai grandi balconi ed alti soffitti. Nei piani sovrastanti, s’entrava in casa dal balcone interno comune, in fondo al quale c’era una latrina alla turca, anch’essa comune. Più su, sotto il tetto spiovente, le soffitte: piccole camere per i più poveri, fredde d’inverno, veri forni d’estate. Ogni scala era un mondo, in cui conviveva tutta la società: ricchi e poveri. Un vicinato urbano verticale come la “gjitonìa” (buon vicinato) orizzontale del paese nativo. Quando penso alla fraternità la ricordo così: una società in cui non s’era svilupppata «una visione economica di stampo puramente capitalistico che concepisce il lavoro come “merce” e il fine dell’impresa nel mero “profitto”». Oggi non si parla più di fraternità ma si avverte l’urgenza di «ripensare al lavoro e al mercato come luoghi di mutua assistenza e di fioritura umana». Qualche volta si parla di crescita resa impossibile dalla crisi strutturale dell’economia che ha mostrato un sistema bancario succube della speculazione (banche d’affari) e incapace di sostenere l’economia reale, quell’usare i soldi depositati per finanziare le famiglie e la produzione (banche commerciali). Si preferisce «investire in patrimoni e in capitali» perché «rende di più che investire nelle imprese. Con questa finanza dominante e speculativa, si riporta il capitalismo ad un livello feudale dove la rendita diviene il centro del sistema che schiaccia lavoro e imprenditori ». Occorrerebbe ripartire dall’amicizia dall’amore per ricreare i legami lacerati “dalla guerra armata e quella quotidiana” − causa dell’assenza delle leggi, che non si scrivono e, se scritte, non si rispettano. Come è lontana la fratellanza e il “credito etico”! In alternativa c’è una radice relazionale a cui attinge un profondo pensiero comune politico messo in luce, che attiene non solo alla sfera politica ma ad un umanesimo completo: ricostruire la città non è soltanto affare di politica ristretta ma libera decisione di appartenere alla società, in cui creare legami tra i gruppi meno abbienti e quelli più abbienti, rendendendo disponibili beni per soccorrere i più poveri, ottenendo una uguaglianza attraverso la fraternità. Questi 3 elementi insieme: libertà, uguaglianza, fraternità sono le precondizioni per la vita politica. La fraternità è stata accantonata se non dimenticata. A parlare oggi di fraternità c’è il rischio di essere fraintesi se non derisi. La continua ostilità tra i gruppi ci mostra la profonda crisi che sta vivendo la politica. Essa insegue le inclinazioni degli elettori anziché proporre programmi seri e  lungimiranti, trasforma i problemi politici in questioni di polizia e ordine pubblico, preferisce affidersi alle armi piuttosto che affrontare le vere cause dell’ingiustizia interna ed internazionale, si rende disponibile ad interessi economici giganteschi che sfuggono ad ogni controllo. E tutto ciò è deviazione dalla politica, a cui ciascuno non è più disposto a posporre il proprio interesse privato “particulare”, per conseguire quei beni che si possono raggiungere soltanto con una azione solidale con gli altri. Si tratta di stabilire una relazione di amicizia basata sull’utile, quando questo è il bene di tutti, realizzabile razionalmente e che rende buona la città. Città, in cui vivere nella fiducia con un lavoro onesto, nella sicurezza personale, nel riconoscimento dei propri meriti, in cui l’essere umano è cittadino sovrano non suddito. Si tratta di conciliare, in un contesto di avversione dominante, l’interesse privato e il bene di tutti, proprio quando a prevalere è l’insensibilità alla sofferenza e ad ogni istante sorge nuova rassegnazione ed odio, le due forme di guerra: contro se stessi o contro gli altri. Come ci raccontano le cronache dei giorni nostri. Abbiamo bisogno del rispetto del singolo uomo, di creare un progetto comune, di una legge uguale per tutti e che ristabilisca la giustizia, di una equa distribuzione delle risorse. Abbiamo bisogno che si crei lo spazio per permettere alle nuove generazioni che vogliono formarsi una famiglia di poter disporre di una casa e un lavoro, permettere a chi vuole studiare di poter disporre di libri e scuole e a tutti strade e ferrovie e regole certe, in modo che ognuno possa liberamente realizzare la propria vocazione, con la collaborazione corale della società, recuperando la fiducia gli uni negli altri.

Commenti disabilitati su AAA FRATERNITÀ CERCASI

Protetto: TEK MERR E NËNG VË NËNG QUËNDRON FAREJË

Posted on 06 aprile 2014 by admin

Il contenuto è protetto da password. Per visualizzarlo inserisci di seguito la password:

Commenti disabilitati su Protetto: TEK MERR E NËNG VË NËNG QUËNDRON FAREJË

LE CARENE DI PIANETTE

Posted on 01 marzo 2014 by admin

ARBERIA MADENAPOLI (di Atanasio Pizzi) – Dovessi trarre le conclusioni e depositare un briciolo di certezze sugli arbëreshë secondo le teorie degli eminenti cultori, il risultato più ovvio cui  addivenire sarebbe che i minori non sono mai esistiti, anche se in consistenti macchie del territorio del sud Italia, una lingua alloctona pur si parla.

La spasmodica ricerca di un filone nobiliare, l’irrequietezza di dover cercare il documento archivistico e bibliografico dove sia testualmente trattato ogni tipo di argomentazione ha reso la storia dei minori, fragile, labile e ordinata secondo il vento che soffia.

Una comunità che si è affidata esclusivamente nella “sola” forma orale, quali verità può aver conservato nei meandri degli archivi o nei trattati della storia se non un personale punto di vista dello scrivano di turno, che non faceva certo gli interessi dei poveri e ignari esuli analfabeti.

Un popolo chiuso all’interno dei propri ambiti di famiglia allargata, non sapeva né leggere e né scrivere, cosa può aver lasciato nei grandi testi archivistici se non le capitolazioni unilaterali, che di conseguenza non sono state mai rispettate perché non comprese.

È chiaro che fare ricerca in maniera errata e per opera d’inesperti raccoglitori ha prodotto tante imprecisioni, che non si allineano neanche agli eventi più elementari della storia italiana.

Un esercito fatto di Agricoltori, Manovali, Farmacisti, Pensionati, Prelati, Calciatori, Barbieri, Ortolani, Pescatori, Carpentieri, Precari, rappresenta una scolaresca disomogenea che solamente la guida di un buon maestro poteva rendere proficua attraverso la formazione di gruppi di lavoro, ma la caratteristica egocentrica dei minori, non ha mai lasciato spazio a utopie simili.

Purtroppo il modo di operare nell’ombra immaginando di produrre chissà cosa ha reso ancor più buia la genuinità delle gesta minoritarie.

Il patrimonio culturale arbëreshë è depositato all’interno del perimetro dei piccoli paesi, è li che va ricercato, i katùndi contengono ogni piccolo frammento, per questo devono essere protetti e tenuti vivi in quanto archivi-librerie a cielo aperto, pagine di storia che si materializzano nelle strade, nelle piazze, nelle case, nelle chiese e in ogni piccolo frammento leggibile, purtroppo,  solo per esperti e titolati ricercatori.

Sono stati molti gli avventurieri che hanno provato a cimentarsi in questa difficilissima disciplina producendo gravi danni, perché hanno divulgato materiale scrittografico che è stato introdotto nei circuiti della diffusione libraria, senza avere scrupolo delle ferite che essi e gli amministratori avrebbero inflitto al patrimonio materiale e immateriale manomesso.

Questo è un danno biologico che tutta la comunità arbëreshë ha subito, se non si pone rimedio all’inadeguatezza storica, urbana, architettonica, religiosa, consuetudinaria e folcloristica degli ambiti albanofoni, avremo un decadimento che conduce inesorabilmente all’estinzione entro il decennio in corso.

Quanto detto, trova conferme nelle manifestazioni, negli appuntamenti storici della tradizione minoritaria e in maniera più clamorosa nella realizzazione della meglio identificabile Carene di Pianette .

Non è concepibile che con tanta facilità si possa vendere per minoritario albanofono la realizzazione di un intero paese di chiara matrice algerina (Vedere Touggourt Oase) o indagare negli ambiti del versante calabrese della mula, accompagnati da figure mitiche egiziane (lo scriba, il traduttore e il medico condotto), questo modo di produrre architettura arbëreshë, offende la cultura dell’etnia che fonda le sue radici nella sola  forma oral-consuetudinaria.

Ritengo che personaggi alloctoni non possano dare lezione di gjitonia, immaginando che ponendola come titolo di un progetto, possa addormentare le nostre menti; che fino a prova contraria, sono tra le più preposte a ricordare e produrre modelli che vivono in Italia dal XV secolo e che appartengono al patrimoni genetico delle genti di matrice balcanica.

La gjitonia, “dove vedo e dove sento”, intesa dagli alloctoni come il luogo dove vedo e dove sento, è stato interpretato, a torto, come un luogo fisico riconducibile a una piazza a una strada o  spazio toponomizzato, nulla di più errato poteva avere interpretazione, giacché, la gjitonia è il luogo dei cinque sensi e di solidissimi sentimenti; essi non sono riconducibili a un luogo fisico ma solamente ai valori personali e interpersonali: è spontaneo chiedersi che cosa volevano inventare i progettisti delle Carene di Pianette, depositando all’interno del manufatto urbano le Gjitonie?

Queste inesattezze, comunque, vanno anche ricercate tra le pieghe della legge 482 del 1999, che invece di favorire la ricerca dei veri elementi attribuibili ai minoritari, ha innescato il movimento delle grandi masse migratorie verso gli archivi e le biblioteche dove l’attività principale si è rivelata essere stata quella di setacciare i fiumi di documenti alla ricerca della pepita perfetta da brandire, dissociandoli così dal territorio.

È opportuno che si ponga rimedio a tutto ciò al fine di non ricadere nell’incauta esperienze dove si è cercato di mercanteggiare un prezioso cameo, con uno nuovo, fatto di materiali sintetici, che sottoposto all’esposizione degli eventi naturali, non darà il benessere atteso.

Commenti disabilitati su LE CARENE DI PIANETTE

Commemorazione dei defunti 2014

Posted on 22 febbraio 2014 by admin

BENEDIZIONE DEL GRANO ALL'APERTO 2014SANDEMETRIO CORONE (di Adriano Mazziotti) – Commemorazione dei defunti all’insegna della tradizione e del rinnovamento. Nei rioni via Termopili e Croci la benedizione del grano bollito in suffragio dei defunti da parte del parroco è avvenuta per la prima volta all’aperto. Oltre a preparare il tradizionale desco imbandito dei simboli sacramentali propri della suggestiva cerimonia, quali la bottiglia di vino,  due pani  e i collivi, i residenti dei  due rioni  hanno amorevolmente esposto le foto dei propri cari scomparsi di recente e molti anni or sono. Una benedizione collettiva. Molto sentita, velata da profonda tristezza e palpabile commozione nel ricordo delle  tante persone che hanno lasciato questo mondo per sempre. Un vortice di emozioni per  i pochi residenti rimasti e per chi è cresciuto nel microcosmo della gjitonia di una volta, fatto di forte socialità e condivisione, saldi vincoli amichevoli e di solidarietà reciproca.     

Commenti disabilitati su Commemorazione dei defunti 2014

Advertise Here
Advertise Here

NOI ARBËRESHË




ARBËRESHË E FACEBOOK




ARBËRESHË




error: Content is protected !!