Archive | Folklore

Protetto: KOINÈ ARBËRESHË

Posted on 03 giugno 2012 by admin

Il contenuto è protetto da password. Per visualizzarlo inserisci di seguito la password:

Inserisci la tua password per visualizzare i commenti.

Protetto: É OPPORTUNO RICORDARE CHE: gjaku i shprishur su harrua

Posted on 29 maggio 2012 by admin

Il contenuto è protetto da password. Per visualizzarlo inserisci di seguito la password:

Inserisci la tua password per visualizzare i commenti.

Protetto: SANT’ATANASIO E I SOFIOTI

Posted on 01 maggio 2012 by admin

Il contenuto è protetto da password. Per visualizzarlo inserisci di seguito la password:

Inserisci la tua password per visualizzare i commenti.

CULIECET NDE PASCH

Posted on 04 aprile 2012 by admin

NAPOLI ( di Atanasio Pizzi) – Dei riti che accompagnano l’etnia arbëreshë nel corso dell’anno solare, quello della Pasqua è anticipato da un singolare consuetudine: accumulare selezionando un rilevante quantitativo di uova.

Il rito ha inizio ad opera delle domme, intente a raccogliere in una cesta di vimini, riposta su uno dei due bauli di casa e di giorno in giorno depositarvi uova che le  galline di casa giornalmente depositavano;  il cesto poi sarebbe stato colmo quando, la Pasqua era  alle porte.

Gli eventi che potevano rallentare tale consuetudine  era l’efficienza organizzativa del pollaio di casa in specie se  Poliàtë mu bhën Closh” e questo diventava un problema, risolvibile, solo con l’abbondanza dei cesti delle vicine.

Le uova, segno fondamentale della Pasqua, sono l’ingrediente primario per realizzare i manufatti dolciari, che diverranno l’emblema sulle tavole degli arbëreshë.

Il rito, per la produzione degli ornamentali e articolati manufatti Pasquali, aveva inizio con la setacciatura della farina per poi produrre, con gesti e ritualità autoctone, l’impasto che prima dell’alba, doveva essere posto a lievitare, così durante tutto l’arco della mattina la preziosa amalgama avrebbe avuto il tempo per ottimizzarsi senza particolari espedienti. Continue Reading

Comments (0)

MILANO 1-9 APRILE 2012 – LA PASSIONE DI CRISTO NELLA TRADIZIONE POPOLARE ARBËRESHË.

Posted on 29 marzo 2012 by admin

GINESTRA  (di Lorenzo Zolfo) – Le immagini della Via Crucis del Venerdì Santo di
Barile, sacra rappresentazione della Passione di Cristo con personaggi viventi, la più antica della Basilicata e probabilmente del Sud Italia, approdano in Lombardia. Dal prossimo 1 aprile e fino al 9 aprile al Circolino di Crescenzago di Milano si possono ammirare le foto della Via Crucis di Barile, dove Fede, tradizione e storia si tengono per mano. E’ una giornata in cui il paese rivive la sua vicenda umana con orgoglio e passione, conservando una tradizione che costituisce la storia naturale di questo popolo, custode geloso della propria civiltà. L’idea di allestire questa mostra è venuta ad un emigrante di Barile, Giuseppe Carfagno. Romanzi, racconti, poesie, e poi fotografia, pittura,
scultura: Giuseppe Carfagno è l’incarnazione dell’animo poliedrico. L’esperienza di docente, ed il conseguente quotidiano rapporto con generazioni sempre nuove, lo spingono all’incessante ricerca di finalità e metodi espressivi originali, ed alimentano la sua potente vena artistica. Autore di 20 tra romanzi e raccolte narrative, giocoliere impudente di realtà quotidiane come divulgatore infaticabile e poi insaziabile ricercatore e coinvolgente umorista, Carfagno scommette su passato e futuro come farebbe un bambino, senza paure. È l’audacia di chi guarda alla vita con la voglia di stupirsi, che lo porta poi a stupire noi. Contattato, il prof. Carfagno, spiega i motivi di questa mostra: “L’idea nasce quasi due anni fa. Era agosto, avevamo da alcuni giorni inaugurato una grossa mostra fotografica al Palazzo Frusci, dal titolo “Sessant’anni di scatti fotografici a Barile”, con foto di mio padre e mie lungo un arco, appunto, di sessant’anni.  Arrivò un gruppetto di giovani di Firenze, di passaggio per turismo e, vedendo alcune immagini della Via Crucis, mi dissero: – Perché non ne organizzi una anche a Milano? Così saranno in molti a conoscere questa spettacolare rappresentazione e una volta che avranno visto queste foto, vorranno di sicuro vederla anche dal vivo. E’ anche così che si sviluppa il turismo. Mi sembrò un’ottima idea. Ecco, è stato quell’invito, quello stimolo, a far scattare la  molla. Ho trovato la sala: il refettorio di una splendida abbazia medioevale, Santa Maria Rossa; ho trovato persone disponibili, i membri del Circolino, il Cral collegato, ed ecco che, dopo alcuni mesi di impegno collettivo, la mostra è pronta. Vi sono più di cento opere, quasi tutte di medio-grande formato. La più grande rappresenta una panoramica di Barile, mentre sonnecchia alle 6,30 d’un mattino d’estate, di un metro per cinque. Occupa per buona parte la parete di fondo. La mostra è
dedicata a Remigio, mio padre, che a Barile, dal ’55 al ’75, ha scattato tantissime foto, specialmente alla Via Crucis. Nel 1960 ha realizzato anche un cortometraggio che verrà proiettato nei giorni della mostra”. La mostra è composta da tre sezioni:il percorso dei personaggi lungo le vie del paese (5km) con alcuni confronti col passato, che mettono in evidenza i cambiamenti nei costumi dei personaggi e la continuità della devozione;il backstage:
i personaggi sono ritratti alla fine della vestizione e prima del percorso;i volti: primi piani di alcuni dei personaggi più caratteristici.

Comments (0)

Protetto: CATOI: UN MODELLO DI PROTO ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE MINORITARIA

Posted on 13 marzo 2012 by admin

Il contenuto è protetto da password. Per visualizzarlo inserisci di seguito la password:

Inserisci la tua password per visualizzare i commenti.

Protetto: ZAFOCU È UN FENOMENO SEMPRE ATTUALE

Posted on 26 febbraio 2012 by admin

Il contenuto è protetto da password. Per visualizzarlo inserisci di seguito la password:

Inserisci la tua password per visualizzare i commenti.

I DIAVOLI DI SAN DEMETRIO CORONE

Posted on 20 febbraio 2012 by admin

SAN DEMETRIO CORONE (di Adriano Mazziotti) – Da mezzogiorno di martedi 21 febbraio e fino a sera, il paese sarà in mano a una banda di figure impressionanti, coperte di puzzolenti pelli di pecore e capre, trasgressive al massimo e il volto imbrattato di nero. Trascinando rumorose catene, scorazzeranno per tutto il centro abitato in cerca di offerte in denaro e vivande, urlando e impaurendo i passanti. Grave errore è opporsi e cercare di allontanarle quando bussano nelle case.  Meglio prenderle con le buone, offrendo loro qualcosa, e comunque sempre fuori della porta.

Sono i diavoli del martedì di Carnevale, figure storiche di questa festa a San Demetrio Corone, capaci di suscitare ancora curiosità tra i grandi e paure nei più piccoli, e il loro arrivo è anticipato da lamenti impressionanti e fragorosi rumori di  catene e campanacci.

Mbulli deren, se jan’e arrevonjin djelzit”  (Chiudi la porta, stanno arrivando i

diavoli). Era la divertente raccomandazione spesso lanciata dai residenti nei rioni del centro storico, oggi sempre più spopolato. Se, infatti, si commetteva l’imprudenza di farsi sorprendere con la porta di casa aperta al loro passaggio, cacciarli dalla abitazione non era cosa da poco.

Comments (0)

FESTA DELLA EPIFANIA INCENTRATA SU DUE CERIMONIE MOLTO RADICATE, CARICHE DI PROFONDO CONTENUTO TEOLOGICO, FEDELMENTE ADERENTI A UN PASSO DEL VANGELO ED ENTRAMBE CELEBRATE SECONDO LA FORMA DELLA TEOFANIA, OSSIA LA “MANIFESTAZIONE” DELLA DIVINITÀ DI CRISTO.

Posted on 05 gennaio 2012 by admin

SAN DEMETRIO CORONE (di Adriano Mazziotti) – E’ un passo del Vangelo II Marco a ispirare, questa mattina a S. Demetrio Corone, la singolare cerimonia de ”il volo della colomba”: “Gesù, all’età di circa 30 anni, si reca sulle rive del Giordano, dove viene battezzato da Giovanni Battista. Uscendo dall’acqua, vede i cieli aprirsi e lo Spirito di Dio  scendere su di lui come una colomba, mentre si ode una voce dal cielo che dice «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto>”.

Poco prima di mezzogiorno, dopo la messa, in processione  i fedeli e il parroco raggiungono piazza Strigari. Qui da una finestra di  palazzo De Bellis, una  colomba sospesa a un filo viene aiutata  a scendere fino a raggiungere  la fontana posta nella piazza. E’ a questo punto che il sacerdote bagna per tre volte la croce nell’acqua davanti alla colomba (lo Spirito Santo) “fatta scendere da Dio”. La consacrazione dell’acqua della fontana, che in altri paesi arbëreshë ancora legati al rito bizantino si tiene senza la presenza della colomba, assume un significato di benedizione universale.

Liberata la colomba, il sacerdote benedice i fedeli che gli passano ordinatamente davanti baciando la croce, e asperge l’acqua benedetta con un ramo di rosmarino. Continue Reading

Comments (0)

42esimo dell’Associazione culturale “Gennaro Placco”

Posted on 30 dicembre 2011 by admin

Il 4 Gennaio prossimo si terranno a Civita le celebrazioni per il 42esimo anniversario dell’Associazione culturale “Gennaro Placco”, nata il 4 Gennaio del 1970 unitamente alla storica rivista più longeva d’Arberia, “Katundi Ynë” (Paese Nostro). Ospite d’onore della serata, l’attore, drammaturgo e regista teatrale castrovillarese di fama nazionale, Saverio La Ruina che per l’occasione, alle 16,30, presso il Museo Etnico Arbresh, presenterà il suo nuovo spettacolo “Italianesi” e a cui verrà consegnato il premio Pino Loricato d’Oro. Importante premio che l’Associazione riserva a personaggi autoctoni che si distinguono in campo culturale.

La serata proseguirà con una rappresentazione teatrale in lingua arbresh tratta da una commedia di Vincenzo Bruno. Gran finale della serata, alle 18,30, sarà l’esibizione del coro di bambini, i “Cuoricini  Arbëreshë” dell’Associazione “Officina della Musica” di Lungro, presso la Chiesa di Santa Maria Assunta di Civita, con la direzione artistica di Anna Stratigò.

Comments (0)

Advertise Here
Advertise Here

NOI ARBËRESHË




ARBËRESHË E FACEBOOK




ARBËRESHË




error: Content is protected !!