NAPOLI (di Atanasio Pizzi Architetto Basile) – Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, avrei tratto conclusioni
Credete che per quattro soldi, questa la gloria da gnomi, avrei studiato gli uomini buoni
Va beh, lo ammetto mi son sbagliato, accetto il “crucifige” e così sia
Chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato per fare architettura
Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante
Mia madre non aveva poi sbagliato a dire che: “Un Olivetaro conta più d’un AlbanErrante”
Giovane e ingenuo ho avuto testa, per i libri o il non provincialismo, e non vissuto di vilismo
E tracce di muli e accuse d’arrivisti, i dubbi di qualunquismo, son quello che resta ai peccatori austeri
Voi critici, voi illusionisti manieri, sonatori severi, alamici infierì, chiedo scusa a vossìa
Però non ho mai detto che con le canzoni si fan rivoluzioni, si possa far ricerca, storia e poesia
Io canto quando posso, perché son intonato, quando ne ho voglia e senza attendere applausi o fischi
Vendere fra i miei rischi e vi illuminerete del mio passato, mentre continuate a insultarvi addosso
Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star qua a studiare
Godo molto di più nel confrontarmi oppure a maturarvi o, al limite, a illuminare il buio dei vasari
Se son d’ umore nero allora scrivo, frugando dentro alle vostre dure miserie
Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenere memoria compromessa dalla semina dell’Erborista
Io tutto, io niente, io napulitano, io cultore, io poeta, io mattone, io anarchico, fascista, comunista e sheshista
Io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, arberë di mono vista
Io faccio, io perché canto so indagare, io falso, io vero, io genio, io cretino, senza eguali, ma fuori dalla vostra rissa
Io solo qui alle quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino e, tanta voglia di ricordare
Secondo voi, ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento o concetto di demenza
E ovvio, che il medico dica che “siete depressi” e, nemmeno dentro al cesso avete un vostro momento
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no un qualche metro per dare valore nel trapeso
Compagni il gioco si fa nero e tetro, comprate ogni titolo, qu a forcella lo vendono per poco
Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un cinquantone
Voi che siete capaci fate bene ad aver le tasche piene e non solo l’asinella ma anche il muscone
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete
Un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate
Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso
Mi piace far canzoni e leggere il divino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
E quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare
Ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto
https://www.youtube.com/watch?v=u9sHBNUK3iU